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Il dissidente iraniano Sanjari suicida per protesta, sui social: “Liberate i prigionieri politici o mi butto”

Si è suicidato a 42 anni il giornalista e attivista iraniano Kianoosh Sanjari per protesta contro la dittatura di Khamenei gettandosi da un ponte a Teheran. Poco prima aveva scritto sui social: “Se entro le 19 il rilascio di quattro prigionieri politici non verrà annunciato, porrò fine alla mia vita”.
A cura di Ida Artiaco
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"Se entro le 19 di oggi il loro rilascio non verrà annunciato, porrò fine alla mia vita in segno di protesta contro la dittatura di Khamenei e i suoi complici". Così aveva scritto ieri il giornalista e attivista iraniano Kianoosh Sanjari e così ha fatto: si è suicidato a Teheran come aveva detto per protesta dopo aver chiesto il rilascio di Fatemeh Sepehri, Nasrin Shakarami, Toomaj Salehi e Arsham Rezaei, quattro prigionieri politici in carcere, arrestati durante le manifestazioni per Mahsa Amini o subito dopo.

Dopo la scadenza del termine indicato, 23 ore dopo, Sanjari ha condiviso un’immagine di se stesso in cima a un ponte nella Capitale iraniana e si è tolto la vita. "7 p.m., ponte di Hafez, Chaharso".

Poco prima del gesto estremo aveva scritto: "Rispetto la parola. Nessuno dovrebbe essere incarcerato per aver espresso le proprie opinioni. La protesta è un diritto di ogni cittadino iraniano. La mia vita finirà dopo questo tweet ma non dimentichiamo che moriamo e moriamo per amore della vita, non della morte. Mi auguro che un giorno gli iraniani si sveglino e superino la schiavitù". Due video condivisi sui social mostrano il corpo di un uomo riverso sul terreno sotto il ponte Hafez, due persone cercano di rianimarlo, invano. Ore dopo il post con la foto dall'alto del ponte, ha fatto sapere Iran International, la morte dell'attivista è stata confermata da fonti locali, anche dall'attivista Hossein Ronaghi.

Tra i prigionieri di cui ha chiesto la liberazione c'era anche Nasrin Shakarami, la madre di Nika, la manifestante di 16 anni uccisa e divenuta un volto simbolo del movimento Donna, Vita, Libertà.

Sanjari, classe 1982, per il suo attivismo, è stato a lungo negli Stati Uniti e poi è tornato in Iran nel 2015 con l'anziana madre. Era stato ripetutamente arrestato e imprigionato dalle autorità iraniane, tra il 1999 e il 2007. Migliaia sono state sui social le condivisioni del suo ultimo messaggio. "Guardate la disperazione degli iraniani, saremo sempre con te", scrivono molti utenti. Tra gli altri, è arrivato anche il commento di un altro giornalista, Hossein Yazdi, anche lui più volte imprigionato: "Mi sento soffocare, non credevo che lo avresti fatto, ma avrei voluto che mi portassi con te. Vorrei che non avessimo litigato".

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