Trump ha firmato il nuovo “Muslim ban”: Iraq tolto dalla lista dei Paesi ‘vietati’
Il nuovo bando ai migranti voluto da Donald Trump bloccherà gli ingressi negli Stati Uniti per i cittadini di sei Paesi a maggioranza musulmana che stanno cercando di ottenere un visto. L'Iraq, però, non è più tra questi (Iran, Siria, Sudan, Yemen, Somalia e Libia). A spiegarlo è stato Kellyanne Conway, una delle più strette collaboratrici del presidente USA. Il "Muslim ban" non riguarderà chi è in possesso di una green card e di visto. Conway ha spiegato che avrà "sei o sette punti di differenza" con il precedente divieto. L'esclusione dell'Iraq – ha aggiunto – è motivata "dai controlli rafforzati che questo Paese ha messo in atto nelle ultime settimane". Dopo le bocciature in tribunale, Trump ha quindi preferito evitare di passare per la Corte Suprema, ma riscrivere direttamente l'ordine esecutivo.
Caso intercettazioni Obama – Intanto, dopo le accuse lanciate dal presidente americano Donald Trump all’ex inquilino della Casa Bianca Barack Obama il direttore dell'Fbi, James Comey, ha chiesto al Dipartimento di giustizia di respingere pubblicamente le affermazioni del tycoon secondo cui Obama avrebbe ordinato di intercettarlo alla Trump Tower prima delle elezioni. Lo riporta il New York Times, secondo cui Comey ha sottolineato come le accuse di Trump siano false e devono essere corrette. Per il momento, dal Dipartimento di giustizia non è arrivato alcun commento. Ha invece commentato le accuse di Trump, definendole “un insulto”, Nancy Pelosi, leader dei democratici alla Camera dei rappresentanti del Congresso americano. Con una serie di tweet il presidente americano ha sostenuto, senza comunque fornire alcuna prova, che il suo predecessore avrebbe fatto sorvegliare le sue comunicazioni telefoniche prima del voto negli Stati Uniti.
Trump insiste e chiede al Congresso di valutare se l'amministrazione Obama abbia commesso abusi – Dopo le accuse tramite Twitter Trump da parte sua ha chiesto al Congresso di indagare su possibili abusi di potere da parte dell'amministrazione precedente a ridosso delle elezioni presidenziali del 2016 che lo hanno portato alla Casa Bianca. “Le notizie riguardanti possibili indagini motivate politicamente prima delle elezioni del 2016 – si legge in una nota della Casa Bianca – sono un grande problema. Il presidente Trump ha quindi richiesto che, come parte delle loro indagini sull'attività della Russia, le commissioni intelligence del Congresso esercitino la loro autorità di vigilanza per appurare se nel 2016 c'è stato un abuso da parte del governo nell'uso dei suoi poteri esecutivi”. “Né la Casa Bianca – si legge ancora nella nota – né il presidente commenteranno ulteriormente la vicenda fino a che questa supervisione non sarà portata a termine”.