Il destino dimenticato delle madri surrogate sotto le bombe in Ucraina
Sono avvenuti questa notte i primi trasferimenti di alcune madri surrogate in Polonia, a Cracovia. Piccoli gruppi per garantire la massima sicurezza. Tutte hanno cercato di farsi forza: sono distrutte mentre lasciano forse per l'ultima volta l'Ucraina per dirigersi in una meta più sicura. Il pensiero è tutto rivolto al Paese sotto le bombe, alle famiglie spesso bloccate a Kiev e ai mariti lontani. Le 12 pazienti di Delivering Dreams, clinica che si occupa di gravidanze medicalmente assistite in Ucraina, si trovavano a Lviv già da settimane. Tutte sono prossime al parto mentre la crisi umanitaria dovuta al conflitto con la Russia peggiora di ora in ora.
Sotto le bombe che colpiscono gli ospedali nei quali sono ricoverati bimbi appena nati e donne incinte, emerge la problematica riguardante le madri surrogate. L'Ucraina infatti è uno dei primi Paesi al mondo per numero di gravidanze portate avanti dall'Estero tramite utero in affitto. Ogni anno nascono in questo modo circa 2.500 bambini. A Fanpage.it la responsabile della clinica, Kersch-Kibler, ha raccontato che le pazienti sono state trasferite a Lviv già diverse settimane prima dell'esplosione del conflitto. Nessuna ha portato con sé i familiari, convinta di poter fare ritorno a casa subito dopo il parto. Poi però la guerra ha rovesciato il castello di carte già fragile.
La pratica della maternità surrogata è proibita in diversi Paesi europei (tra cui l'Italia), ma è consentita in diversi Stati esteri. Sono tantissimi i genitori che decidono di rivolgersi a cliniche specializzate all'estero per portare avanti gravidanze tramite utero in affitto. La maggior parte delle madri surrogate ucraine che sta portando avanti o che ha appena portato a termine una gravidanza si trova a Kiev o nelle grandi città. Qui, infatti, nascono e proliferano cliniche specializzate nelle gravidanze con utero in affitto. Alcune strutture si sono attrezzate con bunker sotterranei dove bimbi e madri vengono portati per garantirne la sicurezza. Questo è il caso di Biotexcom, uno dei centri per riproduzione assistita nel Paese. La prima clinica ha voluto specificare sull'homepage del proprio sito che "i bambini vengono portati all'interno di un bunker con cullette e provviste di cibo, acqua e pannolini". Con loro anche le infermiere, che si occupano di monitorarne costantemente lo stato di salute.
Le gestanti a Lviv lontane dalle famiglie
Sotto le bombe, gli enti in Ucraina si preoccupano del destino dei bimbi: i piccoli potrebbero restare in zona di guerra a lungo senza qualcuno che si prenda cura di loro. Sono pochissime le agenzie che si aspettavano un'invasione da parte della Russia. Nell'emergenza umanitaria in atto, la sicurezza delle madri surrogate viene spesso dimenticata: in tantissime in questo momento sono nascoste nei bunker di Kiev o lontane dai familiari in altre città.
Non esistono per la maggioranza delle cliniche dei piani di emergenza in caso di conflitto. Delivering Dreams, una delle cliniche più grandi per la maternità surrogata sul territorio ucraino, ha provveduto prima al trasferimento delle madri a Lviv e poi, nella nottata di ieri, a quello definitivo a Cracovia. "Avevamo 12 donne in attesa di partorire prima della guerra – ha raccontato a Fanpage.it Kersch-Kibler, responsabile della struttura sanitaria -. Una di loro darà alla luce il bimbo nei prossimi giorni a Lviv. Abbiamo provveduto al trasferimento delle gestanti qualche settimana prima dell'esplosione del conflitto per motivi di sicurezza. Molte non volevano lasciare Kiev, erano convinte che nulla sarebbe successo. Abbiamo preso in affitto degli appartamenti per loro e adesso sono fortunatamente al sicuro. Lviv non ha più case a disposizione a causa dell'elevato numero di rifugiati".
Solo in un caso, racconta Kersch-Kibler, una donna non è stata trasferita. "La sua è una gravidanza a rischio, per questo non ha potuto raggiungere Lviv insieme alle altre. Si trova in un luogo sicuro, ma non possiamo portarla via perché intorno a lei c'è la guerra. Sto provando a focalizzarmi sul benessere delle pazienti e sul lavoro. Cerco di rassicurare i genitori in attesa che sono molto preoccupati per le gestanti e per i bimbi che devono nascere. Il nostro team continua a lavorare per le donne incinte, preoccupandosi dei loro bisogni per non pensare ai familiari lasciati a Kiev. Questa però è una condizione comune con le gestanti: tutti noi abbiamo perso qualcuno nelle zone di conflitto e i pensieri vanno sempre alle nostre famiglie. Mi sento impotente e non abbastanza in grado di garantire la sicurezza di queste donne".
Delivering Dreams ha assicurato che i bimbi già nati da gravidanza surrogata sotto l'assistenza del personale sanitario della clinica sono stati ricongiunti alle famiglie in altri Paesi. "Sono tutti stati portati al sicuro nelle loro case, siamo riusciti a consegnarli ai loro familiari come avevamo programmato e questa per noi era la cosa più importante".
La gravidanza surrogata in Ucraina
Una gravidanza assistita in Ucraina costa tra i 12.000 e i 22.000 euro. Il prezzo è soggetto a variazioni, ma è uno dei più bassi nel mondo. Kiev è diventata la capitale di questo tipo di gravidanze: in questi mesi dovrebbero nascere almeno 200 neonati nelle cliniche specializzate. Con le gestanti si stipulano veri e propri contratti: per legge i futuri genitori devono essere sposati, in una relazione eterosessuale e impossibilitati ad avere figli per problematiche mediche certificate. La catastrofe umanitaria ha investito le gestanti e i futuri genitori: per i bimbi si prospetta il problema del trasferimento e della cittadinanza, mentre per le madri l'impossibilità di accedere alle cure mediche e a parti in sicurezza. Non è chiaro infatti cosa sia accaduto al resto delle cliniche per la maternità surrogata presenti sul territorio ucraino. Quasi nessuna disponeva di un piano di emergenza in caso di guerra.
La legislazione in Italia
"Il conflitto ha creato un problema per quanto riguarda il ricongiungimento tra genitori italiani e neonati avuti tramite maternità surrogata in Ucraina – ha spiegato a Fanpage.it Ida Parisi, legale specializzata in Diritto di Famiglia e Procreazione medicalmente assistita -. I genitori italiani dovranno potersi recare in Ucraina per ricongiungersi ai bambini ma dovranno poterlo fare in sicurezza con il supporto delle autorità ucraine nel nostro Paese". In questo momento, la pratica per il trasferimento dei bambini è più che mai rischiosa.
"Ci sono madri surrogate che magari hanno lasciato l'Ucraina poco prima dell'esplosione del conflitto per una questione di sicurezza. In quel caso il riconoscimento dei diritti dei bimbi, qualora nati in Paesi diversi dall'Ucraina, dipende dalla legislazione delle nazioni nelle quali si trovano. Chi è rimasto in Ucraina invece soggiace all'applicazione della legge nazionale. Le difficoltà nascono principalmente dal fatto che i bimbi sono apolidi, ossia senza cittadinanza. Per i neonati il riconoscimento della cittadinanza italiana dovrà avvenire una volta raggiunto il nostro Paese insieme ai genitori. In questo senso la guerra complica il procedimento con tempi di attesa più lunghi per via delle condizioni di sicurezza precarie e la chiusura degli uffici competenti. Le famiglie sono al momento impossibilitate a raggiungere Kiev per portare via i piccoli con la documentazione necessaria".