Il Coronavirus non fa la Brexit ma gli inglesi non lo sanno: migliaia di podisti in strada
Contagiare il 60% degli inglesi per sviluppare "l'immunità di gregge" al Coronavirus. La tesi del Premier, Boris Jonhson, deve essere stata presa alla lettera da parte dei cittadini che, a Liverpool come a Leeds, hanno partecipato in maniera massiccia alle gare di maratona e mezza maratona in programma nel Merseyside come nel West Yorkshire. E fa nulla che "dovranno abituarsi a veder morire i loro cari" (anche queste sono parole del numero uno d'Oltremanica). Ecco perché, con "lucida follia", hanno ignorato l'appello dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che ha dichiarato lo stato di pandemia per la diffusione del Covid-19.
Circa seimila erano le persone che si sono presentate ai nastri di partenza della corsa podistica organizzata nella città dei Reds, dove anche il calcio s'è dovuto arrendere per i casi di calciatori di altri club della Premier risultati positivi (Odoi del Chelsea, Arteta manager dell'Arsenal). Eppure il bollettino medico aveva registrato proprio a Liverpool 8 persone infette (14 nella regione della Merseyside).
Stesso scenario da brividi a Leeds (dove gli studenti universitari non hanno voluto rinunciare al giro annuale dei pub, con tanto di cappelli della festa di San Patrizio, nonostante in Ateneo siano state annullate tutte le lezioni a partire da lunedì prossimo) oppure a Bath (dove né organizzatori né partecipanti hanno rinunciato alla maratona) che ha accolto una fiumana composta da ben 12 mila persone. A nulla è valsa la raccomandazione della deputata, Wera Hobhouse, che aveva espressamente richiesto a tutti una maggiore presa di coscienza per evitare "rischi inutili" e soprattutto di agevolare la diffusione del virus.
Il cuore dell'Europa è infetto, il morbo contagioso non ha fatto la Brexit e nei prossimi giorni potrebbe avere effetti devastanti anche sul Regno Unito ma dall'altre parte della Manica non hanno ancora l'esatta percezione della pericolosità della situazione. Il senso delle parole di Carlo Ancelotti (oggi allenatore dell'Everton) e Pepe Reina (ex portiere di Napoli e Milan, adesso all'Aston Villa) è stato lo stesso: "La salute prima di tutto ma in Inghilterra non hanno percepito quali sono i rischi reali".