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Il cordoglio delle istituzioni per il carabiniere morto in Afghanistan (VIDEO)

Dal capo dello Stato Napolitano al premier Mario Monti: le reazioni al “vile attentato” che stamane ha ucciso in Afghanistan Manuele Braj, carabiniere 30enne che lascia la moglie e il figlio di 8 mesi. Feriti anche altre due militari.
A cura di Susanna Picone
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Dal capo dello Stato Napolitano al premier Mario Monti: le reazioni al “vile attentato” che stamane ha ucciso in Afghanistan Manuele Braj, carabiniere 30enne che lascia la moglie e il figlio di 8 mesi. Feriti anche altre due militari.

Il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, appresa la tragica notizia della morte di un carabiniere, il 30enne Manuele Braj, in Afghanistan, ha inviato alla moglie 28enne e al figlio di appena 8 mesi un messaggio in cui, nel farsi interprete del cordoglio del Paese, esprime i sentimenti della sua affettuosa vicinanza e della più sincera partecipazione al loro grande dolore e, allo stesso modo, ha chiesto di far pervenire il suo incoraggiamento agli altri militari rimasti feriti nell’attacco, il maresciallo capo Dario Cristinelli, 37 anni e il carabiniere scelto Emiliano Asta, di 29 anni, che fortunatamente non sono in pericolo di vita.

“Un vile attentato che ha ucciso Manuele Braj” – Tutti i militari coinvolti nell’esplosione di questa mattina appartengono a un team che cura l’addestramento della polizia afghana e lavorano per formarli e garantire la sicurezza nel Paese e per questo motivo l’attentato contro di loro viene definito “vile”. “Manuele – ha affermato il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, è stato colpito in modo vigliacco. Stava addestrando le truppe afghane contro il terrorismo”. Era il suo lavoro, la sua missione, quella di permettere all’Afghanistan di difendersi da solo e il terrorismo l’ha ucciso. Manuele Braj era alla sua quinta missione di pace all’estero, in Afghanistan era arrivato lo scorso 7 maggio e prima era stato in Albania, in Iraq e in Bosnia-Erzegovina. Vicinanza alla famiglia della vittima è stata espressa anche dal Ministro degli Esteri, Giulio Terzi, il quale ha parlato del “vile attentato” contro gli italiani.

51 i militari morti in Afghanistan dal 2004 – Altre parole sull’attentato di Adraskan sono giunte dal presidente del Senato, Renato Schifani, dal premier Mario Monti e ancora dalle altre istituzioni, concordi del parlare dello sforzo che il nostro Paese sta facendo in Afghanistan. Per Schifani l’Italia anche oggi “paga un prezzo altissimo per la tutela della democrazia e della libertà in Afghanistan, per una missione fondamentale per la sicurezza internazionale”. Dello stesso avviso Monti che, come le altre autorità, ha espresso il suo cordoglio alla famiglia del giovane carabiniere caduto. Con Manuele Braj salgono a 51 i militari italiani morti dall’inizio della missione Isaf nel Paese dal 2004. Di questi, la maggioranza è stata uccisa nel corso di attentati e scontri a fuoco.

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