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Il Corano in fiamme porta ancora morti e feriti in Afghanistan

Durissime proteste in diverse città dell’Afghanistan dopo l’episodio nella base Nato di Bagram, dove il Libro Sacro è stato dato alle fiamme. Nel quarto giorno di manifestazioni, almeno 12 vittime tra Kabul, Herat, Khost e Pul-i-Khumri. E Obama si scusa col suo omologo afgano, Karzai.
A cura di Biagio Chiariello
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esplode la rabbia anti Nato per rogo libro sacro

Divampano la proteste in Afghanistan, dopo il rogo delle copie del Corano nella base americana di Bagram. Nel quarto giorno di cortei, si registrano ben 12 morti nelle diverse città del Paese. Ad Herat una violenta manifestazione si è svolta davanti al consolato degli Stati Uniti, dove è schierato il contingente italiano. Un gruppo di persone avrebbe tentato di prendere d'assalto la sede diplomatica a stelle e strisce. Secondo la Reuters ci sarebbero stati sette morti. A Kabul, un centinaio di persone sono scese in piazza per protestare davanti al palazzo del presidente afghano, Hamid Karzai. Secondo fonti ufficiali sanitarie, le vittime sarebbero due. Altre due uccisioni si contano invece a Khost, nell'est del Paese. Secondo funzionari locali ci sarebbe poi un'altra vittima a Pul-i-Khumri, nella provincia settentrionale di Baghlan, dove «più di un migliaio di persone stanno protestando di fronte alla base del Provincial Reconstruction Team (Prt) a guida ungherese », ha spiegato Zamanuddin Husaini, numero due della polizia provinciale.

Barack Obama, Presidente Usa, ha inviato una lettera di scuse a Karzai dopo i fatti di Bagram, affermando che il gesto non è stato intenzionale. L’Afghanistan ha chiesto l'intervento delle Nazioni Uniti, affinché chi ha commesso l'azione venga messo sotto processo. La dinamica dei fatti, in realtà, non è stata ancora spiegata. Sembra comunque che i testi sacri siano finiti nell'inceneritore della base americana dopo essere stati sequestrati ad alcuni detenuti, nel timore che questi se ne servissero per scambiarsi messaggi. Non è certo la prima volta che un accadimento simile porta all'incidente diplomatico tra USA e Afghanistan. Nell'aprile dello scorso anno il pastore protestante della Florida, Wayne Sapp (nella foto) bruciò il corano dopo averlo “processato per crimini contro l’umanità”. Il risultato furono decine di morti nelle proteste che ne seguirono in Medio Oriente.

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