L'Alta Corte tedesca ha condannato il contabile di Auschwitz, l'ex ufficiale delle SS Oskar Groening, 94 anni, a quattro anni di carcere per complicità nell'omicidio di 300mila ebrei; ma facciamo un passo indietro.
Se vedi Groening, oggi, sembra un nonno come un altro. Cammina spingendo un carrellino di quelli che certi anziani tengono davanti a sé per non cadere. Io ricordo un compagno di Rifondazione che volantinava al mercato di un quartiere popolare di Firenze, con un carrellino uguale a quello che oggi usa Groening; il carrellino del compagno di Rifondazione aveva una bombola dell'ossigeno e lui era comunista, mentre Groening era nazista. Per il resto, erano uguali.
I carrellini degli anziani fanno da livella, aveva detto qualcosa di simile anche Totò. E forse per questo, Eva Kor, un giorno in tribunale, offrì la mano a Oscar Groening.
Facciamo un altro passo indietro. Eva Kor ha 81 anni, è nata in Romania ed è sopravvissuta all'Olocausto, durante il quale insieme a sua sorella gemella fu sottoposta ad alcuni esperimenti di eugenetica. I genitori di Eva Kor, e le sue due sorelle maggiori, furono uccise nei campi di concentramento.
Eva Kor conosce l'orrore del nazismo come nessun altro, e per due volte in Tribunale offrì la mano al "contabile di Auschwitz". La prima volta non andò bene, come racconta lei. Si avvicina, gli porge la mano, lui sbianca, si squilibra, cade all'indietro aggrappandosi all'intero braccio di lei. E non cade solo grazie all'aiuto di lei. Perché la realtà supera sempre, di un gradino o due, qualsiasi finzione.
"Avevo fatto svenire un vecchio nazista. Non era l’interazione che speravo di ottenere", sorrise Eva.
Rifacciamo due passi avanti. L'Alta Corte tedesca ha condannato il contabile di Auschwitz a quattro anni di carcere per complicità nell'omicidio di 300mila ebrei. Groenig aveva riconosciuto le sue responsabilità e il giorno prima della sentenza si era detto "profondamente dispiaciuto".
Per l'Alta Corte tedesca è stato irrilevante che Groenig non avesse partecipato materialmente agli assassinii. Quello che conta è che fosse lì e fosse un ingranaggio di quella macchina infernale.
Penso che l'Alta Corte tedesca abbia fatto bene a condannare Groenig, perché i campi di sterminio erano stati concepiti con una suddivisione di ruoli che sarebbe dovuta servire proprio a evitare future condanne.
Credo che Eva Kor abbia fatto benissimo a dare la mano allo sterminatore della sua famiglia e di interi popoli, perché la differenza fra la cattiveria e la giustizia sta nella capacità della seconda di conservare un tratto umano.
E la morale di questa storia, secondo me, sta nelle parole di Eva Kor, alla quale mi inchino: "Dalla rabbia non proviene mai nulla di buono. L’energia generata dalla rabbia è di tipo violento. Bisogna provare a stare meglio e a lavorare affinché ciò che è successo non ricapiti mai più".