Nella Repubblica di San Marino l’aborto resta illegale. Ma basta entrare in Italia…
La più antica repubblica del mondo, San Marino, dice no all’aborto. Ancora una volta. Nelle scorse ore, infatti, il Consiglio Grande e Generale, equivalente del Parlamento italiano, ha respinta uno “istanza di arengo”, cioè una sorta di proposta di legge di iniziativa popolare, per depenalizzare l’interruzione volontaria di gravidanza: l’aborto, nel piccolo Stato arroccato tra Emilia Romagna e Marche, resta ufficialmente un reato. Non che la cosa spaventi più tanto le donne che vogliono abortire: a loro basta mettersi in macchina, attraversare i non presidiati confini della repubblica ed entrare in Italia, per seguire la procedura in una qualsiasi struttura pubblica. In teoria, per i cittadini sammarinesi sarebbe reato secondo il codice penale, in realtà, essendo garantito l’anonimato, perseguire le donne colpevoli è praticamente impossibile. Quello che è certo, però, è che nel piccolo spazio di San Marino l’aborto continuerà ad essere illegale tranne che nei casi in cui sia a rischio la vita della madre: la depenalizzazione è stata respinta con 27 voti contrari, 23 a favore, due astenuti e un non votante.
Repubblica di San Marino, no alla depenalizzazione dell'aborto
La maggioranza democristiana ha votato compatta contro la depenalizzazione: “La dichiarazione dei diritti dei cittadini recita che i diritti della persona umana sono inviolabili. Dal concepimento fino alla morte. Ai nostri giorni un embrione umano non è considerato come una cosa, ma un appartenente alla specie umana. Faccio notare che l’ordinamento italiano non prevede la depenalizzazione tout-court dell’aborto, ma definisce alcuni casi in cui è ammessa l’interruzione della gravidanza” ha spiegato al Parlamento di San Marino Gian Carlo Venturini, segretario di Stato alla Giustizia. Tra gli interventi favorevoli al provvedimento, quello di Gian Matteo Zeppa, del gruppo della Rete: “Spero che nella maggioranza, dove domina il falso perbenismo, ci sia un po’ di pensiero laico. – ha detto – Non si dica che la situazione di 40 anni fa è attuale. Come uomo non potrò mai capire le motivazioni di una donna che può decidere di abortire. Ma penso che la donna possa e debba decidere. Si tratta di dare dignità alla persona”.
La maggioranza ha, comunque, approvato un ordine del giorno, che sarà discusso nelle prossime settimane in cui “ribadendo l’inviolabilità della vita umana e considerando pari dignità per la madre e il figlio nascituro, impegna il governo entro tre mesi a verificare eventuali modifiche del codice penale, per definire la non perseguibilità di chi decide di abortire nei Paesi in cui è legalmente consentito”.