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Conflitto Israelo-Palestinese

Il Consiglio di sicurezza Onu chiede una tregua umanitaria per Gaza: gli Usa si oppongono e la bloccano

Gli Stati Uniti sono stato l’unico Paese a opporsi a una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu che avrebbe chiesto delle “pause umanitarie” per portare aiuti a Gaza. Così, la proposta è stata bocciata. Il motivo è che nel testo non era presente il fatto che Israele ha il diritto a difendersi.
A cura di Luca Pons
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Il Consiglio di sicurezza dell'Onu continua a non intervenire ufficialmente nel conflitto tra Israele e Palestina. Ieri, 18 ottobre, una risoluzione è arrivata vicina all'approvazione ma poi è stata bloccata dagli Stati Uniti. Il testo chiedeva che ci fossero delle "pause umanitarie" per portare aiuti agli abitanti di Gaza, ma gli Usa si sono opposti perché la risoluzione non menzionava il diritto di Israele a difendersi. Una mancanza inaccettabile, secondo i diplomatici statunitensi. Poiché gli Stati Uniti sono uno dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza (come Cina, Francia, Russia e Regno Unito), hanno potere di veto. Quindi, anche se sono stato l'unico Paese a votare contro, la risoluzione è saltata.

Non è la prima risoluzione che viene bocciata sul tema: lunedì non era passata la proposta della Russia, che chiedeva un cessate il fuoco immediato e non menzionava nemmeno il gruppo Hamas. A questa linea si erano opposti gli Usa, ma anche Francia, Regno Unito e Giappone. Ieri, invece, la proposta era del Brasile e solo gli Stati Uniti hanno detto di no. Si sono astenuti, invece, Russia e Regno Unito.

L'ambasciatrice statunitense Linda Thomas-Greenfield ha spiegato che poiché la risoluzione "non menzionava il diritto di Israele all'autodifesa", il suo Paese non poteva appoggiarla. Tuttavia, ha detto Thomas-Greenfield, gli Usa continueranno a lavorare con tutti i membri del Consiglio sulla crisi e a "reiterare il bisogno di proteggere i civili". In più, ha sottolineato che gli Stati Uniti stanno lavorando anche al di fuori nelle Nazioni unite, ad esempio con la recente visita del presidente Biden in Israele: "Sì, le risoluzioni sono importanti e il Consiglio deve farsi sentire. Me le azioni che compiamo devono essere basate sui fatti che accadono sul terreno e devono supportare la diplomazia diretta che può salvare vite".

Il Regno Unito si è astenuto per la stessa ragione, e perché il testo non teneva in conto il fatto che Hamas si sarebbe "infiltrato in comunità di civili e sta usando i cittadini palestinese come vittime". La Russia, invece, lo ha fatto per motivazioni opposte: la sua proposta era di chiedere un pieno cessate il fuoco, cosa che invece il documento presentato dal Brasile non faceva.

La Cina ha parlato invece di una "profonda delusione" tramite la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, che ha condannato "l'ostruzione da parte degli Usa all'adozione da parte del Consiglio di sicurezza di un progetto di risoluzione sulla questione palestinese". Il Consiglio, ha aggiunto Mao, deve poter "svolgere il suo ruolo nel raggiungere un cessate il fuoco e fermare la guerra".

Il rappresentate brasiliano, Sérgio França Danese, ha commentato: "La paralisi del Consiglio di fronte a una catastrofe umanitaria non va nell'interesse della comunità internazionale. L'attenzione resta a ciò che avviene sul terreno, ma dobbiamo sempre guardare agli obblighi umanitari. È molto triste, il Consiglio ancora una volta è stato incapace di adottare una risoluzione in una situazione di crisi. Ancora una volta, il silenzio e l'inazione hanno prevalso".

Nella votazione, si sono schierati a favore gli altri membri del Consiglio di sicurezza (che ruotano periodicamente): Albania, Brasile (che ha la presidenza temporanea), Ecuador, Francia, Gabon, Ghana, Giappone, Malta, Mozambico, Svizzera ed Emirati Arabi Uniti.

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