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Il commissario europeo Thierry Breton si dimette e accusa Ursula von der Leyen di averlo ripudiato

Thierry Breton ha rassegnato le sue dimissioni dalla Commissione Ue. In una lettera, il commissario al Mercato interno ha accusato Ursula von der Leyen di aver chiesto a Emmanuel Macron di ritirare il suo nome come candidato per motivi personali e senza averne discusso con il diretto interessato.
A cura di Giulia Casula
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A un giorno dalla presentazione della nuova Commissione europea, scoppia la polemica nell'esecutivo Ue. Il commissario al Mercato interno Thierry Breton ha rassegnato le sue dimissioni rinunciando anche alla nomina come vice presidente esecutivo per il prossimo mandato per cui era stato indicato dal presidente francese Emmanuel Macron.

Il commissario si è sfogato in una lettera, indirizzata a Ursula von der Leyen, in cui ha espresso il suo disappunto nei confronti della presidente della Commissione Ue in merito alla sua nomina.

Il commissario ha ricordato la richiesta del 24 luglio rivolta ai 27 capi di Stato e di governo "di nominare i candidati per il Collegio dei commissari 2024-2029, specificando che gli Stati membri che intendono suggerire il membro in carica della Commissione non sono tenuti a proporre due candidati". Successivamente, "il 25 luglio, il presidente Emmanuel Macron mi ha designato come candidato ufficiale della Francia per un secondo mandato nel Collegio dei Commissari", ha proseguito.

Poi l'attacco."Pochi giorni fa, proprio nell'ultimo tratto dei negoziati sulla composizione del futuro Collegio, lei ha chiesto alla Francia di ritirare il mio nome – per motivi personali che in nessun caso ha discusso direttamente con me – e ha offerto, come contropartita politica, un portafoglio presumibilmente più influente per la Francia nel futuro Collegio. Adesso ti verrà proposto un altro candidato", ha scritto.

"Alla luce di questi ultimi sviluppi – ulteriore testimonianza di una governance discutibile – devo concludere che non posso più esercitare le mie funzioni nel Collegio. Pertanto, rassegno le dimissioni dalla carica di commissario europeo, con effetto immediato", ha concluso.

L'accusa mossa da Breton nei confronti di Von der Leyen, dunque, è quella di aver chiesto a Macron di sostituire il suo nome come commissario esclusivamente per motivi personali e senza averne parlato prima con il diretto interessato. Secondo quanto riferiscono da Renew Europe però, il suo ritiro sarebbe arrivato a seguito di un disaccordo con la presidente sul portafoglio da assegnarli per il suo secondo mandato.

Dal Ppe, c'è chi insinua che in realtà Breton si stia preparando a entrare a far parte della squadra di governo francese. "Se Breton finirà nel governo Barnier questa settimana, scopriremo il vero motivo per cui se n'è andato. In ogni caso, è piuttosto ridicolo affossare il processo di formazione del collegio" della Commissione europea "in questo modo per meschini rancori personali", ha scritto l'eurodeputato del Ppe Dirk Gotink.

In giornata è attesa la comunicazione di Macron sul nuovo nome per il posto di commissario europeo in sostituzione di Breton, ma alla luce del caos che ha travolto Bruxelles, la presentazione della nuova Commissione Ue, prevista per domani, potrebbe ancora una volta slittare.

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