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Il caso Robert Roberson: chi è l’uomo condannato a morte in Texas per la “sindrome del bambino scosso”

Il 57enne Robert Roberson verrà giustiziato con un’iniezione letale giovedì 17 ottobre nel penitenziario statale di Huntsville, in Texas, per la morte della figlia Nikki, 2 anni, avvenuta nel febbraio 2002. Ma sono tanti quelli che ritengono che l’uomo sia innocente e vittima di un clamoroso errore giudiziario.
A cura di Eleonora Panseri
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Robert Roberson
Robert Roberson

Robert Roberson, 57 anni, verrà giustiziato domani, giovedì 17 ottobre, con un'iniezione letale nel penitenziario statale di Huntsville, in Texas, per la morte della figlia Nikki, 2 anni, avvenuta nel febbraio 2002.

La commissione per la grazia del Texas ha respinto un appello di clemenza fatto da Roberson. I suoi legali continuano a combattere per dimostrare che la sua condanna per omicidio è basata su una diagnosi errata della "sindrome del bambino scosso".

Il Texas Board of Pardons and Paroles, che si è occupato del caso di Roberson, ha rifiutato con un voto di 6-0 di raccomandare al governatore Greg Abbott di concedere la clemenza.

Senza una raccomandazione del Consiglio il governatore non può graziare il 57enne, ma potrebbe concedere una sospensione di 30 giorni della condanna a morte di Roberson. Cosa in cui sperano i suoi avvocati.

La storia di Robert Roberson

Secondo i legali dell'uomo, i dottori avrebbero correlato erroneamente le lesioni della figlia di Roberson alla "sindrome del bambino scosso" e che nuove prove dimostrerebbero che la bimba, malata cronica, non sia morta per abusi ma per complicazioni legate a una grave polmonite.

La piccola sarebbe infatti caduta dal letto dopo essere stata gravemente malata per una settimana. Gli avvocati di Roberson sostengono non solo che la diagnosi sia errata, ma che la causa del decesso sia in realtà da ricondurre a una polmonite, aggravata dalla prescrizione di farmaci sbagliati da parte dei medici.

I suoi avvocati affermano che la caduta dal letto spiegherebbe anche l‘unica ferita, di lieve entità, che un esperto della difesa avevo poi trovato sulla testa della bimba. In più, i legali dell'uomo hanno suggerito che il suo autismo, non diagnosticato al momento della morte della figlia, sia stato usato contro di lui.

Infatti, gli sarebbe stata imputata un mancanza di emozioni per ciò che le era accaduto. Ma l'autismo ha un impatto sul modo in cui le persone comunicano e interagiscono con gli altri.

Tra i sostenitori dell'innocenza di Roberson anche il detective che lo ha arrestato

Il caso di Roberson ha attirato l'attenzione dell'Innocence Project, che si occupa di revocare le condanne ingiuste, di cui fanno parte il romanziere americano John Grisham, legislatori texani ed esperti medici.

Tra coloro che cercano di fermare la sua esecuzione c'è anche l'uomo che lo ha messo dietro le sbarre, Brian Wharton, l'ex capo detective della città di Palestine.

"Sapendo tutto quello che so ora, sono fermamente convinto che Robert sia un uomo innocente", ha detto Wharton in una recente conferenza stampa organizzata dai suoi sostenitori. "Il sistema ha deluso Robert". Anche Grisham, autore dei legal thriller "The Firm" e "A Time to Kill", è intervenuto all'evento e ha dichiarato: "Ciò che è sorprendente nel caso di Robert è che non c'è stato alcun crimine".

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