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Il caso dei marò in India: l’Italia fa ricorso all’Alta Corte

La difesa dei due marò italiani fermati per l’uccisione di due pescatori indiani ha presentato il ricorso per “eccesso di giurisdizione” all’Alta Corte del Kerala: l’incidente è avvenuto in acque internazionali. Nel frattempo e Latorre e Girone «sono in “police custody”» ma trattati bene e «nutriti a pizza e cappuccino» come scrive il Times of India.
A cura di Biagio Chiariello
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Massimiliano Latorre e Salvatore Girone i due maro accusati di aver ucciso due pescatori

Eccesso di giurisdizione. Su questa linea ha deciso di fondarsi il ricorso della difesa dei due marò italiani fermati per l'uccisione di due pescatori indiani. I legali dei due fucilieri del Reggimento San Marco, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, chiedono all'Alta Corte del Kerala che venga confermato che i fatti dello scorso 15 febbraio sono avvenuti in acque internazionali e non indiane. E' quanto scrive l'ANSA, citando fonti vicine alla vicenda. I due militari «sono in "police custody" e non possono avere contatti con nessuno», dice il vicecommissario della polizia di Kochi (dnello Stato indiano meridionale del Kerala) M. Beno, pur godendo di un trattamento di favore «perché sono cittadini stranieri e in considerazione di questioni diplomatiche» vengono «nutriti a pizza e cappuccino» come scrive il Times of India.

Nel frattempo, continua il braccio di ferro tra Italia e India. Ieri una piccola folla che faceva capo all'associazione dei pescatori del Kerala,  ha manifestato contro gli italiani chiedendo pene «esemplari» per i nostri. Diversa la posizione della Farnesina, che segue la linea della Marina militare italiana, secondo cui Latorre e Girone avrebbero esploso i cosiddetti warning shot (fuoco d'avvertimento) per salvaguardare il proprio territorio, applicando in pieno le procedure esistenti, nel rispetto delle risoluzioni Onu e della legge n.130 del 2 agosto 2011. «Vale a dire, proteggere la sicurezza dei traffici marittimi da un'attività criminosa che mette a repentaglio le libertaà economiche e personali dell'alto mare». E' quanto si legge in un messaggio sulla home page della Marina militare, in cui campeggia un'immagine della Enrica Lexie.

Le famiglie dei due marò mantengono la calma e sperano di riabbracciare quanto prima i loro cari. «Ho parlato con mio zio, mi ha detto che ha fiducia nella diplomazia italiana, che non pensa al complotto e si augura di tornare prestissimo nel nostro Paese» spiega all'Ansa Christian D'Addario, nipote del tarantino Massimiliano Latorre, padre di tre figli che hanno 12 anni, 10 anni e 19 mesi. I genitori del fuciliere barese Salvatore Girone, entrambi contadini, ieri hanno incontrato il sindaco di Noicattaro (Bari), comune in cui la famiglia vive, Peppino Sozio: «Ho trovato persone – racconta il sindaco ai cronisti – che hanno molta fiducia in un buon esito della vicenda e il fatto di poter sentire Salvatore telefonicamente, di poter parlare con lui, li rassicura molto»

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