Il Carnevale in Siria, dove le maschere sono fatte di sangue e i bimbi continuano a morire
Aseel Qatran, una bimba di Khan Sheikhoun, è stata estratta viva dopo oltre due ore dalle macerie della sua casa colpita ieri da un bombardamento. Nel momento in cui uno dei soccorritori l’ha tirata fuori da sotto i detriti che la seppellivano, il viso di Aseel era una maschera di sangue, ma purtroppo il Carnevale qui non c'entra nulla. Le sue condizioni sono critiche però è riuscita a salvarsi. Nello stesso attacco aereo sono morti tre bambini, tra cui le due cugine di Aseel, e due donne.
E la foto straziante di un padre dando l’ultimo bacio alla figlia senza vita, ci ricorda come i bimbi siriani continuino ad essere le vittime innocenti di una guerra che si trascina ormai da quasi 8 anni.
Khan Sheikhoun, città della provincia nord occidentale di Idlib, è da giorni obiettivo dell’artiglieria e degli aerei di Damasco. I bombardamenti sono la risposta ai recenti attacchi dei jihadisti di Hayat Tahrir al-Sham (Hts) ad Hama e Idlib, in cui hanno perso la vita 9 militari dell’esercito siriano. Per il governo di Bashar al Assad, quindi, i gruppi ribelli avrebbero violato l’intesa firmata da Russia e Turchia, che prevede la smilitarizzazione della zona e il ritiro delle formazioni estremiste. L’accordo stabilito il 17 settembre scorso a Sochi tra Putin ed Erdogan era stato raggiunto proprio per evitare l’offensiva dell’esercito siriano sulla provincia di Idlib, dove hanno trovato rifugio quasi due milioni di sfollati.
A seguito dell’aumento della violenza di questi ultimi giorni, sono sempre di più le persone che cercano di scappare. Khan Sheikhoun, già colpita in passato anche con l’uso di armi chimiche, è una città fantasma. Sono migliaia gli sfollati in fuga dall'ultima area ancora sotto il controllo dei ribelli, capeggiati dalla formazione Hayat Tahrir al-Sham (Hts), vicina ad Al Qaeda. Negli ultimi dieci giorni, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, sono già 45 le vittime, tra cui molte donne e bambini.
Nel solo mese di febbraio le Nazioni Unite hanno documentato la fuga da Khan Sheikhoun e le altre aree sotto attacco di 7mila siriani, tra cui molte famiglie con figli piccoli. “L'Onu è profondamente preoccupata per la sicurezza e la protezione di migliaia di persone sfollate di recente da Khan Sheikhoun a seguito dell’aumento delle ostilità”, ha dichiarato David Swanson, portavoce dell'ufficio regionale delle Nazioni Unite per la crisi siriana. La maggior parte degli sfollati si è trasferita nella città di Idlib ma c’è anche chi ha preferito raggiungere Afrin, nella provincia di Aleppo, sotto il controllo dell’esercito libero siriano, la fazione dei ribelli appoggiata dalla Turchia.
Se i bombardamenti dell’artiglieria e i raid aerei dovessero preannunciare un’offensiva in grande stile dell’esercito di Bashar al Assad per riconquistare la provincia di Idlib, per migliaia di civili sarebbe difficile mettersi in salvo. La Turchia, infatti, ha chiuso le proprie frontiere e impedisce di fatto ai profughi siriani di entrare nel suo territorio. Un’escalation militare sarebbe quindi il peggiore degli scenari per centinaia di migliaia di sfollati dalle tante battaglie che hanno insanguinato la Siria dal 2011.