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Il cardinale Marx contro il capitalismo: “Ha portato a una crisi catastrofica”

L’Arcivescovo di Monaco sulle pagine dell’Osservatore Romano interviene sulla crisi, precisando come “modelli di mercato puri non esistono”. La Chiesa comunque “non è contro i ricchi”. Ma “deve essere accanto ai poveri”.
A cura di Biagio Chiariello
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La Chiesa "non denigra i ricchi" ma occorre "pensare oltre il capitalismo" e "trovare cammini che conducano a condizioni politiche di base globali, orientate al bene dei popoli, in particolare di quelli più poveri”. Parole dell'arcivescovo di Monaco, il cui cognome, guardando agli argomenti trattati, è quasi profetico: Marx (Reinhard di nome). Il porporato, grande elettore di Papa Francesco nonchè uno degli otto saggi che sono stati designati da Bergoglio, ne ha parlato in un articolo pubblicato dall’Osservatore Romano e citato da Il Messaggero. "Una società nella quale si può invitare pubblicamente all'elogio dell'avidità – dice – è sulla via dell'alienazione e divide le persone".

Partendo dall'Evangelii Gaudium del Santo Padre, Marx rileva come "il dibattito sulla crisi del capitalismo non è nato perché il Papa si è pronunciato ma perché, a partire dagli anni Novanta, abbiamo sperimentato uno sviluppo sempre più acuto verso un capitalismo finanziario che ha portato a una crisi catastrofica. Anche gli economisti – ricorda l'arcivescovo di Monaco – hanno deplorato il nuovo capitalismo da casinò". E afferma che "il capitalismo non deve diventare il modello della società perché non tiene conto dei singoli destini, dei deboli e dei poveri".Ma attenzione, "pensare che da qualche parte esistano mercati puri, che fanno emergere il bene attraverso la libera concorrenza è mera ideologia" dice il cardinale, che poi ci tiene a rassicurare i miliardari: “No, la Chiesa non disprezza i ricchi, come hanno scritto diversi commentatori. Ma ricorda che i beni materiali sono solo mezzi per raggiungere un fine e non possono rappresentare il senso della vita. Una società nella quale si può invitare pubblicamente all’elogio dell’avidità è sulla via dell’alienazione e divide le persone”.

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