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Il cardinale di Lione condannato a 6 mesi di carcere: ha coperto gli abusi sessuali di un prete

Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione e cardinale di 68 anni, è stato condannato a 6 mesi di reclusione per aver omesso di denunciare abusi sessuali su minori perpetrati negli anni ’70 e ’80.
A cura di Davide Falcioni
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Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione e cardinale di 68 anni, è stato condannato a 6 mesi di reclusione con la condizionale per aver omesso di denunciare abusi sessuali su minori perpetrati negli anni '70 e '80 durante i campi scout da padre Bernard Preynat. La sentenza è stata pronunciata dal tribunale di Lione.

"Non vedo di cosa io possa essere giudicato colpevole", ha commentato in aula l'alto porporato. Contro di lui non sono state mosse accuse specifiche di abusi sessuali, ma altre ugualmente molto gravi di aver sempre saputo delle violenze e di averle coperte. Sono stati nove uomini, supportati dall'associazione di vittime ‘La Parole libérée, ad accusare padre Bernard Preynat di aver abusato di loro e poi Philippe Barbarin di aver coperto con un silenzio omertoso quelle violenze. In assenza di procedimenti giudiziari, nel 2017 i nove hanno chiesto di essere convocati davanti al tribunale, che ha garantito loro un processo, bypassando le indagini che si erano chiuse con un nulla di fatto.

Philippe Barbarin si è difeso: "Non ho mai cercato di nascondere nulla, tantomeno questi fatti orribili", ha dichiarato il 68enne davanti al giudice, affermando di aver saputo delle violenze di Padre Preynat solo cinque anni fa, quando una delle vittime si confidò con lui. Secondo Jean Boudot, avvocato di parte civile, il cardinale era a conoscenza dei fatti almeno dal 2010, quando parlò con il prete delle voci che giravano attorno a lui. L'omessa denuncia di violenza sessuale sui minori di 15 anni è considerata dalla legge francese tra i reati di ostruzione alla giustizia. Il cardinale, a sua discolpa, ha spiegato di aver immediatamente sospeso dall'attività pastorale padre Bernard Preynat, come suggeritogli in una lettera inviata dal Vaticano nel 2015. Una mossa che, tuttavia, si è rivelata decisamente insufficiente a salvarlo da una condanna.

Philippe Barbarin ha già fatto sapere che intende ricorrere in appello: "La motivazione del tribunale non mi convince. Contesteremo dunque questa sentenza con tutti i mezzi utili della giustizia", ha dichiarato il legale dell'alto prelato, Jean-Fe'lix Luciani.

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