Il calciatore, il dentista e tanti giovani: chi erano i disperati aggrappati all’aereo Usa a Kabul
Un giovane calciatore, un dentista e padre di famiglia ma anche tanti giovani e giovanissimi, persino minori, erano loro i disperati aggrappati all'aereo Usa a Kabul, in un ultimo ed estremo tentativo di lasciare la capitale dell’Afghanistan ormai in mano ai talebani. Nessuno di loro purtroppo ci è riuscito e quasi tutti sono morti nel tentativo e quei loro sorrisi inconsapevoli della tragedia che stava per accadere da lì a pochi minuti sono spariti per sempre.
Alcune di quelle decine di persone si sono gettate a terra quando l’aereo ha iniziato a rullare sulla pista affollata di gente e si sono salvati, altri invece sono caduti subito dopo nell’area dell’aeroporto, altri ancora sono caduti mentre l’aereo era già in volo sui cieli di Kabul precipitando sulle case in una morta altrettanto orribile, altri ancora sono rimasti schiacciati dal carrello che si richiudeva e i loro resti sono stati ritrovati solo quando il C-17 dell’aeronautica miliare statunitense è atterrato alla base aerea di Al Udeid, in Qatar.
"C'erano 21 uomini seduti sull'aereo, due si sono lanciati prima che volasse, ma abbiamo visto solo 12 corpi in ospedale", ha rivelato all'agenzia di stampa Pajhwok l fratello di una delle vittime che era salito, un ragazzo di soli 15 anni di nome Mateenm da allora mai più ritrovato. Gli stessi funzionari Afghani hanno ammesso che ormai è diventato quasi impossibile sapere esattamente quanti uomini sono morti cadendo dall'aereo e soprattutto identificarli anche perché.
Tra di loro c’era sicuramente Zaki Anwari un 17enne calciatore della nazionale giovanile afgana che col fratello si era diretto in aeroporto per cercare di salire su uno dei convoglio in partenza anche se sprovvisto di documenti necessari. Come racconta i Guardian, la famiglia alo aveva pregato di desistere ma quel giorno avrà pensato di farcela. Ha scavalcato il muro perimetrale intorno all'aeroporto e ha chiamata per l’ultima volta la famiglia, annunciando: “Sono vicino all'aereo ora, registreranno i nostri nomi dopo che ci avranno messo sull'aereo, e poi perderò il segnale telefonico". La stessa sensazione di avercela fatta di Fada Mohammad, 24enne dentista che però non aveva raccontato niente a nessuno. “Ci ha salutato come ogni giorno quando è uscito per andare al lavoro, Non ha detto nulla sull'aeroporto o sul viaggio” ha rivelato il padre. Nessuno dei due però è riuscito a lasciare l’Afghanistan ed entrambi sono morti tragicamente su quell’aereo che era stata la loro unica speranza.