I soldati russi e la fuga da Chernobyl: “Ho visto alcuni militari mettere in tasca oggetti pericolosi”
"Sono certo che adesso sono già all’ospedale affetti da dosi eccessive di radiazioni: se non si curano subito potranno sviluppare forme cancerogene in pochi anni": a dirlo in un'intervista al quotidiano "Il Corriere della Sera" è Maxim Chevchuk che ha raccontato le azioni commesse dai soldati russi nella regione radioattiva della centrale nucleare di Chernobyl e che da due anni è vicedirettore dell'impianto.
I soldati russi dopo l'invasione
Durante la visita della zona di esclusione, che si erge attorno al "Sarcofago", il 41enne ha ripercorso i giorni successivi all'invasione e gli inviti rivolti ai soldati russi a fare attenzione, a non smuovere la terra e a non toccare il materiale radioattivo senza protezione. Nonostante questo, molti di loro avrebbero – a detta dei tecnici ucraini – scavato delle trincee nelle terre radioattive. Dopo un iniziale rispetto delle indicazioni, i soldati russi – con l'avanzare del conflitto e le difficoltà militari – avrebbero iniziato a mostrare un totale disinteresse. In particolare, il vicedirettore riporta un episodio che risale al 5 marzo quando i tecnici chiesero del carburante necessario a non far saltare il pompaggio dell'acqua che viene utilizzato per il sistema di raffreddamento del reattore: "Non ci dettero neppure un goccio della loro benzina".
Il saccheggio di materiale radioattivo
Le azioni peggiori accaddero però durante la ritirata: molti di loro infatti avrebbero agito in maniera del tutto avventata. Stando a quanto raccontato da Chevchuk a Corsera, sembrerebbe che i soldati – perlopiù ceceni o reclute giovani – si siano messi in tasca "alcuni ionizzatori e altri oggetti pericolosi". Avrebbero infatti portato via circa 133 componenti materiali radioattivi per oltre settecento chili. E proprio per il pericolo di un disastro nucleare che il 23 febbraio scorso, giorno dell'invasione russa a Chernobyl, i soldati ucraini – secondo quanto raccontato da uno degli ufficiali al quotidiano – si sarebbero arresi in breve tempo. L'obiettivo infatti era quello di evitare un massacro di soldati e "qualsiasi danno alla centrale nucleare".