“I russi ora hanno paura degli attacchi ucraini”, la politologa dopo i droni su Mosca
“La popolazione teme di vedersi arrivare la guerra sotto casa, e vorrebbe che le forze armate fossero più efficienti: così non è, e questo crea un problema per Putin”. Tatiana Stanovaya è una delle maggiori esperte mondiali della politica della Russia contemporanea. Ritiene che eventi come l’attacco di droni su Mosca indeboliscano il regime. Ma che ci vorrà tempo prima che i russi “si sveglino” e ne chiedano la fine.
Fanpage.it ha raggiunto Stanovaya con una chiamata su Telegram, proprio mentre il news outlet indipendente Meduza trascriveva le istruzioni date dalle autorità ai media russi: “Prestare attenzione all’impeccabile lavoro della contraerea; Indicare la reazione istantanea dei servizi federali e della leadership moscovita; Sottolineare la calma e la resistenza dei civili e che gli obiettivi della provocazione non son stati raggiunti”.
Che ne pensa delle prescrizioni del Cremlino per parlare su giornali e tivù di Stato dell’attacco di droni su Mosca?
La propaganda spesso indica debolezza.
E cosa indica invece, nella realtà, l’azione ucraina?
Che Kyiv sta testando nuovi modi per contrattaccare.
Cosa farà Putin? Ci sarà una reazione?
Possiamo aspettarcela, ma mica sono poi così sicura che arriverà.
Qual è l’effetto di eventi come questo sulla popolazione russa?
Colpiscono fortemente una parte significativa della società. E hanno effetti importanti sulle élite vicine al potere. Anche se la reazione del Cremlino e dello stesso Putin appare piuttosto morbida.
E pensa che questo tipo di operazioni portino a insofferenza nei confronti del governo? O potrebbero invece avere l’effetto contrario, radunando i cittadini intorno alla bandiera?
I russi vogliono la certezza che le autorità statali sono forti. Vogliono vedere che lo Stato è capace di proteggerli da ogni minaccia militare. In questo senso, la risposta del Cremlino ad attacchi del genere è ritenuta un cartina di tornasole per la fiducia nelle autorità.
I russi hanno paura degli ucraini?
È così. La maggior parte della popolazione ormai teme che le forze armate ucraine possano entrare in profondità sul territorio russo, catturare città, avanzare verso il cuore del Paese. E si pongono domande in merito. Alle quali per ora non esistono risposte. La vera paura è che il regime non sappia predisporre le difese in grado di evitare davvero scenari del genere.
E cosa diranno, dopo l’incursione dei droni su Mosca, i militaristi che già criticavano il governo riguardo alla condotta della guerra? Penso soprattutto al patron del gruppo Wagner Yevgeny Prigozhin.
Da tempo stanno riempiendo l’agenda con le loro domande pressanti per una maggiore efficacia delle risposte alle azioni ucraine. Le conseguenze politiche dell’ultima e più clamorosa di queste azioni sono quindi evidenti. Questi personaggi si sentiranno rafforzati nelle loro posizioni contro il ministero della Difesa e nella loro dialettica.
E come sfrutteranno la cosa? Prigozhin ha una armata personale a disposizione. La sta ritirando dal fronte ucraino. Potrebbe usarla per attaccare non più solo verbalmente il regime?
Resto molto scettica sulla possibilità che Prigozhin o qualsiasi altro personaggio delle cosiddette élite possa davvero scagliarsi fattivamente contro il regime. Non solo che possa tentare di rovesciare Putin, ma anche solo che possa creare una vera e propria opposizione politica. Non ci credo proprio.
E un movimento dal basso? Dicevamo che la popolazione ha paura che la guerra arrivi sul territorio russo. Ciò potrebbe indebolire il sostegno al regime? Re-innescare, addirittura, qualche protesta contro la guerra?
Dicevamo che i russi hanno ormai paura degli attacchi ucraini. Ma non ci sbagliamo: hanno ancor più paura dei siloviki (i potenti ai vertici dei servizi di sicurezza, ndr), dei servizi segreti e degli ultras del patriottismo al servizio del regime.
Continuando sul tema delle paure dei russi. Putin incute ancora timore e rispetto? O ha proprio perso lo slancio?
Ma la gente non ha paura di Putin. Non lo considera come una minaccia per il loro futuro. Contano su di lui. Hanno molta paura della Nato e dell’Ucraina, e che la guerra arrivi sotto casa. Pensano che Putin debba reagire e che le forze armate russe dimostrino la loro potenza. Ma questo non sta succedendo. Ed è un problema.
E questo crea scontento sociale?
Sì, ma non penso che questa irritazione e questo scontento, che pure si avvertono, possa portare a qualche tipo di problema per il regime, nel prossimo futuro. Nessuna sollevazione. Ci vorrà molto tempo prima che l’opinione pubblica — la gente — si svegli, in Russia. Ma succederà, infine. E più il regime diventa debole e vulnerabile, più sarà forte la conseguenza di questo risveglio.
E intanto come sta, il regime? In attesa che “i russi si sveglino”, per usare parole sue.
Sta diventando sempre più repressivo, sempre meno tollerante nei confronti di ogni tipo di dissenso e di ogni voce pacifista. E questa tendenza non ha alternative. Non vedo cosa possa fermarla. Verrà promossa sempre di più l’ideologia. L’involuzione totalitaria continuerà.