I russi hanno provato a uccidere Zelensky con il gruppo Wagner: la nuova accusa di Kiev
Il gruppo militare privato russo Wagner voleva uccidere il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. A confermare quella che inizialmente era solo un'indiscrezione – rilanciata dal Times – è stato Markian Lubkivskyi, alto consigliere del ministro della Difesa ucraino, alla Cnn. "Volevano assassinare la leadership dell’Ucraina: il nostro presidente e primo ministro. Questo era l’obiettivo e un paio di loro sono stati inviati in Ucraina senza alcun successo", ha detto Lubkivskyi, secondo cui il complotto è stato confermato dai servizi segreti ucraini e dalle forze speciali incaricate di proteggere Zelensky. "Tutti questi documenti e le prove necessarie saranno presentati alla Corte internazionale", ha affermato. Tra gli obiettivi del gruppo Wagner anche il primo ministro Denys Shmyhal.
Il Gruppo Wagner in Ucraina per "uccidere" Zelensky
Il noto contractor russo di paramilitari sostenuto dal Cremlino avrebbe un obiettivo ben preciso: tagliare il vertice politico ucraino uccidendo Zelensky e altri membri dello staff presidenziale. Già 24 ore dopo l’inizio dell'invasione, il presidente ucraino aveva dichiarato di essere a conoscenza della presenza a Kiev di non meglio precisati “sabotatori russi”. Secondo l’intelligence locale, Zelensky sarebbe già scampato ad almeno tre attacchi di questo tipo, come rivelato dal Times. Anche il Pentagono ha ammesso che il Gruppo Wagner è “attivo” in Ucraina, negando tuttavia che al momento in Ucraina risulti la presenza di combattenti stranieri provenienti dalla Siria o da altre aree del mondo. “In questo momento gli Stati Uniti non hanno indicazioni tangibili sul fatto che i russi stiano facendo uno sforzo per rifornirsi (di combattenti stranieri), ma continuiamo ad avere indicazioni che stiano avendo discussioni e che stanno facendo questo tipo di piani sia in termini di rifornimenti che di rinforzi”, ha osservato il funzionario, il quale ha inoltre riferito che gli Usa dispongono di “prove chiare” circa il fatto che le forze russe hanno “deliberatamente e intenzionalmente preso di mira infrastrutture civili, ospedali e luoghi di rifugio”, e che “il comportamento sul campo da parte delle forze russe costituirebbe crimini di guerra”.