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I roghi del Corano aumentano le tensioni, la Svezia alza il livello di allerta terrorismo

L’allerta contro gli attentati terroristici si è alzata a 4 in Svezia: è il secondo livello più alto. La decisione non è arrivata per un evento in particolare, ma la tensione negli ultimi mesi è aumentata anche a causa di una serie di manifestazioni in cui è stato bruciato il Corano.
A cura di Luca Pons
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Protesta di un partito radicalista islamico contro il rogo svedese del Corano, in Pakistan
Protesta di un partito radicalista islamico contro il rogo svedese del Corano, in Pakistan

Il governo svedese ha deciso di alzare il livello di allerta contro le minacce terroristiche da 3 a 4, in una scala in cui il massimo è 5. La decisione è arrivata perché una serie di manifestazioni in cui è stato bruciato il Corano, che hanno avuto forte risonanza in tutto il mondo, hanno fatto aumentare i timori di possibili rappresaglie violente. Il primo ministro Ulf Kristersson ha fatto sapere anche che ci sarebbero già stati degli attentati pianificati, che la polizia svedese avrebbe sventato.

Il livello 4 è quello di "minaccia elevata". La decisione di attivarlo è arrivata perché, come ha spiegato la direttrice dei servizi segreti svedesi antiterrorismo (Säpo) Charlotte von Essen, negli ultimi mesi la Svezia è passata dall'essere un obiettivo "legittimo" a un obiettivo "prioritario" per gli attacchi terroristici. L'ultima volta che il livello era stato alzato fino a questo punto era nel novembre del 2015, dopo gli attacchi di Parigi che avevano ucciso 130 persone e i 7 attentatori. In quel caso, l'allerta era rimasta alta per cinque mesi, fino al marzo del 2016.

Von Essen ha detto anche che, in questo caso, l'innalzamento di livello non è legato a uno specifico avvenimento, ma è una mossa strategica che sarà valida per il lungo termine. A contribuire a questo aumento del rischio sarebbero state anche le manifestazioni in cui, nelle ultime settimane, più volte è accaduto che le persone presenti bruciassero una copia del Corano.

Il primo ministro Kristersson ha anche risposto alle domande sui roghi del testo sacro islamico. Uno dei casi più noti è avvenuto a fine giugno, quando un uomo ha avvolto nella pancetta una copia del Corano e le ha dato fuoco. In quel caso, la polizia svedese non era intervenuta e anzi, aveva protetto l'uomo, perché la legge (particolarmente permissiva in Svezia per quanto riguarda la libertà d'espressione) non vieta di bruciare testi sacri e altre attività simili, che in molti Stati sarebbero considerate crimini d'odio. L'evento aveva suscitato reazioni internazionali, dal presidente della Turchia Erdogan al Papa, fino alle proteste a Baghdad.

In Svezia si è aperto un dibattito sul tema, e anche se il governo ha escluso la possibilità di modificare la legge sulla libertà d'espressione, si è discussa un'altra opzione: permettere alla polizia di intervenire, per fermare i roghi del Corano, perché considerati una minaccia alla sicurezza nazionale. Il primo ministro ha riassunto la questione dichiarando che "non tutto ciò che è legale è anche appropriato", e ha riferendosi ai Democratici (il partito di estrema destra che dà un appoggio esterno al suo governo in Parlamento) ha invitato a fare attenzione al modo in cui ci si esprime: "Non c'è ragione di offendere intenzionalmente qualcuno, perché si rischia di minacciare la Svezia".

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