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I ribelli libici danno un ultimatum ai lealisti di Gheddafi

I ribelli hanno intimato i seguaci di Gheddafi a deporre le armi entro sabato e a lasciare le roccaforti arrendendosi. Intanto la Nato si trova a Sirte.
A cura di Alfonsina Merola
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Libia

Sabato scadrà l'ultimatum dato dai libici per la resa di tutte le roccaforti del Rais fuori dal controllo del Consiglio nazionale di transizione e in particolar modo di Sirte.

Mustafa Abdel Jalil, leader dei ribelli ha detto: "A partire da sabato se non si sarà trovata una soluzione pacifica passeremo all'offensiva militare". Il giorno è stato scelto perchè venerdì notte terminerà il Ramadan con la festa di Aid el-Fitr.

La Nato sta intervenendo contro l'esercito di Gheddafi proprio a Sirte. Da ieri, gli alleati, avrebbero distrutto un sistema di batteria antiaerea, 22 veicoli pieni di armi, tre centri di comando,  un sistema di missile terra-aria, quattro radar, due veicoli per l'approvvigionamento militare e una caserma. Per ora tutto rimane fermo almeno fino a sabato quando si saprà la risposta dei lealisti.

Muammar Gheddafi si sarebbe nascosto a Bani Walid, una città della Libia insieme al figlio Saadi, mentre Saif il suo delfino si troverebbe in Islam.

Khamis, il settimo figlio del Rais sarebbe morto insieme ad Abdullah al Senoussi, capo dei servizi segreti libici, la notizia è stata riportata dai ribelli. La moglie del colonnello Safia si è rifugiata in Algeria insieme alle rispettive famiglie di Hannibal, Mohammed  e della figlia Aisha.

L'Algeria è stata costretta ad ospitare la famiglia del Muammar per motivi umanitari: Aisha, infatti, stamattina, ha dato alla luce una bambina, il Ennahar aveva affermato che le condizioni della donna erano critiche ma tale notizia non ha ricevuto conferma. A quanto riportano le ultime notizie madre e figlia starebbero bene.

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