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Covid 19

I paesi e le città che sono tornati in lockdown dopo la nuova impennata dei contagi da Coronavirus

Dopo l’impennata di nuovi casi di Coronavirus, alcuni Paesi e città hanno deciso di imporre nuovi blocchi e misure di contenimento per fermare il dilagare del contagio. Ecco, allora, una mappa di tutti i luoghi in cui tornano le restrizioni, più o meno severe, rispetto a quelle osservate all’inizio della pandemia, da Israele a Giacarta, dalla Nuova Zelanda a Birmingham.
A cura di Ida Artiaco
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La pandemia di Coronavirus avanza nel mondo. I contagi a livello globale hanno superato quota 29 milioni, 29.006.033 per la precisione, mentre sono 924.105 i decessi finora confermati. E mentre gli scienziati e gli esperti sono al lavoro per trovare una cura ed un vaccino efficaci per sconfiggere la malattia, molti Paesi si preparano alla seconda ondata di infezioni, dopo il recente boom di nuovi casi, che ha costretto alcuni governi a prendere decisioni drastiche. Come in Israele, dove da venerdì prossimo comincia un nuovo lockdown dalla durata di tre settimane, in cui scuole e attività commerciali resteranno chiuse per contenere la trasmissione del virus, oppure come a Birmingham, nel Regno Unito, dove numerose sono le misure restrittive che gli abitanti dovranno osservare nei prossimi giorni, pena il ritorno ad un blocco severo, come quello imposto a partire dallo scorso marzo.

Israele

Israele è il primo paese al mondo a decretare un nuovo lockdown per contenere il dilagare dell'epidemia da Coronavirus dopo che negli ultimi giorni si era arrivati a contare quattromila nuovi casi su base giornaliera. Il blocco durerà tre settimane a partire dalle 14 di venerdì 18 settembre. Il secondo confinamento sarà articolato in tre fasi e conterrà misure molto rigide, che prevedono in primis la chiusura delle scuole e delle attività commerciali. "Prevediamo che durerà almeno fino alla festa di Simchat Torah", il 10 ottobre, ha precisato il premier Benyamin Netanyahu. Le misure che entreranno in vigore entro il prossimo fine settimana sono molto simili a quelle già osservate durante il primo lockdown di marzo: vi sarà il divieto di spostarsi oltre 500 metri dall’abitazione, se non per motivo comprovato, limitazione degli assembramenti a 10 persone in spazi chiusi, attività economiche chiuse salvo esercizi vitali, smart working, chiusura del sistema scolastico che aveva ripreso il primo settembre dopo la pausa estiva, solo consegna a domicilio per i ristoranti. Tuttavia, oltre al dibattito politico, con le forze di opposizione contrarie al nuovo blocco, pareri discordanti ci sono stati anche nella comunità medica. Gli esperti sostengono che si debba tenere conto del prezzo economico e psicologico di un nuovo lockdown.

Giacarta (Indonesia)

Dopo Israele, tornano rigide misure di confinamento, a partire da oggi e per almeno due settimane, per i circa 10 milioni di abitanti di Giacarta. La Capitale dell'Indonesia ha registrato 54mila casi di Coronavirus dall'inizio della pandemia, su un totale nazionale di 218mila casi accertati, e ha superato i 1.390 morti. Tuttavia, le autorità temono un collasso del sistema sanitario. "Dobbiamo agire con misure più severe per controllare i casi di Covid-19 a Giacarta", ha detto il governatore, Anies Baswedan. La metropoli, che era in una fase di transizione dopo un primo confinamento parziale terminato a giugno, vedrà la chiusura totale di scuole, aree ricreative, parchi e impianti sportivi, nonché la sospensione di seminari, conferenze e matrimoni, oltre a numerosi eventi sociali. Le misure, che comprendono anche lo stop o la limitazione di attività economiche non essenziali, resteranno in vigore almeno fino al 28 settembre, ma potrebbero essere prorogate. Restano al momento escluse le province e le città che confinano con la megalopoli. Secondo quanto riferito dal governatore della capitale, molte delle fonti di contagio sono state individuate nei distretti che ospitano gli uffici. I pazienti asintomatici o con sintomi lievi saranno trasferiti da oggi nei centri di quarantena governativi, invece di restare in isolamento nelle loro abitazioni, come prevedeva la norma fino ad ora. Saranno permessi invece i viaggi fuori città, anche se con alcune modifiche.

Nuova Zelanda

Lo scorso 8 giugno la Nuova Zelanda era stato tra i primi paesi al mondo ad aver annunciato di aver sconfitto il Coronavirus. Ma ora che i contagi hanno ripreso a salire, il governo guidato da Jacinda Ardern ha annunciato la proroga per un'altra settimana delle misure restrittive imposte per far fronte alla diffusione del virus. Nella sola città di Auckland le restrizioni prevedono tra l'altro un limite di 10 persone agli assembramenti e l'imposizione del distanziamento sociale per le attività commerciali, mentre nel resto de Paese sono vietati assembramenti con oltre 100 persone e il distanziamento sociale nei luoghi pubblici, come le biblioteche e le piscine. L'uso della mascherina è obbligatorio nei negozi, sui mezzi pubblici e gli aerei, ma non a bordo dei traghetti che collegano le isole.

Birmingham (Regno Unito)

Il governo di Boris Johnson ha stabilito che a partire da oggi, lunedì 14 settembre, dovrà essere osservato in tutto il Regno Unito il divieto di assembramento con più di sei persone, dopo l'impennata di nuovi casi nel Paese. Tuttavia, ci sono alcune città in cui le misure restrittive sono più stringenti. Tra queste c'è Birmingham dove, come riporta la BBC, il tasso di contagio è più che raddoppiato in una settimana, raggiungendo i 90,3 casi ogni 100.000 abitanti. Le restrizioni, che interessano anche le vicine Sandwell e Solihull, sono destinate a più di 1,6 milioni di persone e cominceranno a partire da martedì 15 settembre. È fatto così divieto di incontrare persone che non facciano parte del proprio nucleo familiare, al chiuso o anche all'aperto.

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