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I misteri e i dubbi sulla donna segregata in casa: niente ferite, non era legata e aveva il telefono

La donna aveva denunciato al telefono di essere stata segregata in casa dal marito per ben 12 anni, facendo scattare il blitz della polizia francese. Dopo esami medici e accertamenti in casa, però, gli inquirenti hanno molti dubbi sul suo racconto.
A cura di Antonio Palma
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“Serve molta prudenza perché i racconti della donna e i primi elementi raccolti lasciano spazio a molti dubbi sulla veridicità delle sue affermazioni”, così il pm francese che sta indagando sul caso della donna di Forbach, che ha denunciato di essere stata segregata in casa dal marito per ben 12 anni, si è mostrato molto cauto sulle prime ricostruzioni della delicata vicenda.

Secondo il pm, infatti, gli esami medici eseguiti sulla 53enne tedesca in ospedale non hanno rilevato fratture o contusioni pregresse, contrariamente a quanto si era inizialmente ipotizzato, e inoltre la donna non era disidratata anche se è stata trovata emaciata, seminuda e con la testa rasata. A questi elementi contraddittori si aggiunge lo scenario della casa in cui viveva la coppia.

La polizia, che ha fatto irruzione nell'abitazione dopo una chiamata di emergenza della stessa donna, infatti non ha trovato oggetti che possano far pensare a una costrizione fisica della 53enne che era a letto ma non era legata. In casa vi erano in effetti diversi cancelli e grate ma, secondo il pm, le recinzioni servivano chiaramente a impedire la fuga ai dieci gatti che vivevano nell'appartamento. Secondo gli inquirenti, inoltre, "nessuna significativa traccia di sangue è stata scoperta nelle immediate vicinanze di questa donna che potevano far pensare a violenze subite".

Infine è giudicato molto strano il fatto che nella stessa stanza in cui è stata trovata la 53enne vi era anche un telefono fisso funzionante e che quindi lei poteva raggiungere senza problemi. Il sospetto è che la donna abbia usato proprio questo telefono quando ha contattato un'associazione tedesca per la protezione delle vittime di violenza domestica, raccontando la sua storia e mettendo in moto poi la macchina dei soccorsi. L’associazione infatti ha chiamato la polizia tedesca che ha poi contattato le autorità francesi che hanno fatto il blitz.

Il marito, fermato lunedì durante il blitz e ancora in stato di fermo, ha negato ogni cosa e ha detto agli investigatori che la moglie è malata da tempo e soffre di cancro. Un racconto che il 55enne, anche lui tedesco, aveva fatto anche ai vicini che si erano allarmati in passato per alcune urla provenienti dalla casa.

Gli accertamenti investigativi ora proseguono anche dal punto di vista medico legale per stabilire la natura della malattia della donna ma anche per determinare se la patologia venisse trattata correttamente. “In pratica ci stiamo spostando verosimilmente da uno scenario spaventoso verso una indagine sulla mancata o insoddisfacente assistenza ad una persona malata", ha precisato il procuratore.

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