I miliziani jihadisiti “arruolano” i gatti nella comunicazione on line (FOTO)
Mai così tanti jiadisti provenienti da paesi occidentali hanno raggiunto i fronti di guerra come quelli che, settimana dopo settimana, rinfoltiscono le fila dell'ISIS. Un arruolamento che, assicura un rapporto delle Nazioni Unite sintetizzato del Guardian, "non ha precedenti". Sono circa ottanta i paesi da cui accorrono i jihadisti, tra i quali anche paesi che in passato non figuravano tra quelli che rifornivano Al Qaeida. In numero maggiore rispetto agli anni passati, le nuove leve vengono dalla Francia, dalla Russia, dal Regno Unito, persino dall'Irlanda. Sono circa 15.000 le persone che da tutto il mondo hanno preso un volo per raggiungere gli spaventosi scenari di guerra in cui opera l'Isis. Almeno 500 vengono dall'Inghilterra e stanno ora combattendo in Siria e in Iraq.
Famoso il caso delle due adolescenti eruopee, Samra Kesinovic e Sabina Selimovic, che si arruolarono ad aprile nelle fila della Jihad e che, secondo la stampa austriaca, ora vorrebbero tornare a Vienna. Si tratta di un caso particolarmente significativo non solo perché esprime la capacità di fascinazione dell'Isis anche su quelle categorie che, secondo la visione occidentale, sarebbero maggiormente penalizzate dall'estremismo islamista (le donne), ma anche per la grande capacità comunicativa delle nuove truppe. Alle due giovani, infatti, non veniva assolutamente inibito l'uso di nuovi media quali Twitter, dato che rappresenta un utile vetrina da cui poter mostrare – a fini propagandistici – un modello di donna nuovo ed antioccidentale.
A rilevare il salto qualitativo dei miliziani islamici nell'uso dei media è lo stesso rapporto delle Nazioni Unite. Un'acquisizione occidentale ("cosmopolita", secondo il rapporto delle Nazioni Unite) che ha modificato "la prolissa e turgida comunicazione di Al Qaida". Fotografare gattini e pubblicare le immagini su Twitter, ad esempio, amplia il campo di propaganda dell'Isis, comunicando tanto un messaggio – a noi noto – di dolcezza, quanto quello duro, bellico ed identitario, di un animale da sempre amato nei paesi di cultura musulmana. Maometto amava i gatti e i cuccioli pubblicati dai miliziani dell'Isis si muovono tra i kalashnikov della jihad.