I marò dovranno ancora aspettare per conoscere le proprie sorti

Un provvedimento che forse alcuni si aspettavano, quello dell’Alta Corte di Kerala che ha deciso di rinviare a lunedì 19 l’udienza sul ricorso, presentato dal Governo italiano, in merito al difetto di giurisdizione del tribunale indiano sui fatti che lo scorso 15 febbraio hanno visto coinvolti i due marò italiani, ora detenuti nella la prigione di Trivandrum. Come sappiamo, l'Italia ritiene che l'incidente sia avvenuto in acque internazionali, per cui a giudicare Massimiliano Latorre e Salvatore Girone deve essere un tribunale militare e non certo l'India. Da parte sua Nuova Delhi impugna la tesi delle acque contigue, una zona di mare di competenza indiana secondo quanto stabilito da una convenzione dell'Organizzazione marittima internazionale.
Gli stessi giudici del Kerala hanno poi deciso che la petroliera Enrica Lexie – a bordo della quale i due militari avrebbero sparato e ucciso i due pescatori indiani, scambiati per pirati – dovrà spostarsi in un molo esterno del porto di Kochi, ma non potrà tornare in Italia fino a quando non sarà eseguita la perizia balistica. Almeno due settimane, quindi, come affermato dal legale del governo del Kerala, che afferma che qualora «risulti che c'è stata una manipolazione delle armi, è necessario tornare a bordo della nave per indagare su eventuali manomissioni».
Una vera e propria doccia fredda per gli armatori proprietari della nave – la società napoletana Fratelli D'Amato – che avevano già pagato un riscatto di 450 mila euro per riportare a casa quantomeno l'imbarcazione ei militari ancora a bordo. A nulla è valsa la tesi dei legali dell'armatore che hanno fatto presente che sulla Enrica Lexie ci sono «da oltre un mese 24 membri dell'equipaggio, fra cui 19 indiani, e 4 marò sono abbandonati a loro stessi in alto mare».
Alla base di questo ennesimo rinvio dei togati indiani, indubbiamente ci sono le imminenti elezioni di Piravom, vicino Kochi. Sin da quando si è percepita l'importanza mediatica della vicenda dei marò – anche a livello internazionale – è sembrato che il Governo del Kerala abbia voluto rimanere sempre fermo sulle proprie posizione per non perdere credibilità di fronte ai suoi lettori. La speranza di tutti è che all'indomani delle elezioni questa vicenda si sblocchi definitivamente.