I marò devono essere processati in India, il governo del Kerala non molla
Tornata a farsi in salita la strada che porta al ritorno in patria dei due marò italiani detenuti in India. Il “Chief Minister” dello Stato del Kerala ha ribadito che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone devono essere processati in India. «La nostra posizione è molto chiara, molto aperta», afferma Oommen Chandy, nel ricordare che il «reato» commesso dai due connazionali in prigione per aver sparato e ucciso due «pescatori» indiani, «cade sotto gli effetti della nostra legge e devono quindi affrontare questo processo».
Una posizione ferma e decisa quella del primo ministro del Kerala, che sottolinea come l'India abbia deciso di fare la voce grossa in questo caso internazionale che già più volte ha rischiato di sfociare nell'incidente diplomatico. Non è un caso se dalla stessa Nuova Delhi sono arrivate pressioni nei confronti di Chandy al fine di giungere ad una conclusione della vicenda soddisfacente per entrambe le parti in causa. Anche per questo il ministro della difesa Giampaolo di Paola si è recato nella capitale indiana due giorni fa. E in India tornerà pure il sottosegretario agli Esteri italiano, Staffan de Mistura. Ad ogni modo, domani i due marò potranno conoscere il loro futuro, con l'Alta Corte del Kerala che, salvo ulteriori rinvii, si pronuncerà sul ricorso dell'Italia in merito alla giurisdizione del caso. Da tempo l’Italia prosegue sulla linea dell'incidente avvenuto in acque internazionali e che quindi Latorre e Girone, essendo su una nave battente bandiera tricolore, devono essere giudicati da un tribunale italiano. Ma l'India, come abbiamo visto, non ci sta.