I giornali indipendenti francesi contro Vincent Bolloré: “Compra giornali per diffondere idee razziste”
Uno sciopero per protestare contro la nomina a direttore di Geoffroy Lejeune, molto vicino all’estrema destra, decine di giornalisti che si dimettono, un nuovo recente comunicato “per difendere l'importanza fondamentale di una stampa libera e indipendente”.
È quanto da settimane stanno vivendo al Journal du Dimanche (JDD), uno dei settimanali più importanti in Francia. All’inizio di agosto la redazione aveva annunciato la fine dello sciopero iniziato 40 giorni prima per protestare contro la nomina a direttore di Geoffroy Lejeune, considerato appunto vicino all’estrema destra. Poi sono arrivate le dimissioni di diversi giornalisti, sia dipendenti che collaboratori del giornale.
Da una parte quindi ci sono i giornalisti, dall’altra l’editore Arnaud Lagardère vicino a Vincent Bolloré, il patron di Vivendi che ha ottenuto il via libera per l’acquisizione del gruppo Lagardère. Il timore ormai da tempo è che con loro il settimanale si sta trasformando in un giornale di estrema destra.
“Dopo un'estate segnata dalla drammatica acquisizione di JDD, l'autunno sarà scandito dal lancio degli Stati Generali dell'Informazione, annunciato per il mese di settembre. Questa è un'occasione per Mediapart per difendere ancora una volta il proprio modello e l'importanza fondamentale di una stampa libera e indipendente per la nostra democrazia. Questa lotta è anche tua. Mobilitiamoci per il diritto alla conoscenza”, si legge in una nota diffusa da Mediapart, rivista indipendente di investigazione e opinione francese, che non ospita nessuna pubblicità per preservare la propria indipendenza dal potere economico e politico.
Dicono che è “sconcertante” la velocità con cui Vincent Bolloré “è riuscito a svuotare una testata giornalistica fondata 75 anni fa” e che lo sciopero dei giornalisti non è stato sufficiente a impedire a Geoffroy Lejeune, “personaggio associato dell'estrema destra vicino a Éric Zemmour e Marion Maréchal”, di insediarsi in piena estate, in una redazione impoverita, ormai "grandiosamente sostituita", come ha detto uno dei soggetti coinvolti.
“Ciò rende più che mai necessario stabilire tutele legislative, prima fra tutte l’approvazione e la revoca dei direttori editoriali da parte delle redazioni”, si legge ancora. Il silenzio dell’Eliseo è per Mediapart “motivo di preoccupazione”. "Solo i nostri lettori possono comprarci": è lo slogan che – dicono – "riflette la nostra convinzione che l'assenza di interferenze politiche ed economiche sia una condizione sine qua non per l'esercizio della nostra professione".
Ribadiscono che “in un’epoca in cui la sfiducia nei confronti dei media non è mai stata così grande” è necessario “pubblicare informazioni di interesse pubblico e adempiere al nostro ruolo per i cittadini”. “Vincent Bolloré amplifica la diffusione di idee stantie, razziste e xenofobe”, aggiungono, spiegando che “è urgente fermare questa ascesa”.