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‘I gay non esistono’, omosessuali al bando in Azerbaigian (VIDEO)

Nella repubblica azera, l’omosessualità è una ‘malattia’ e solo poche persone ne sarebbero ‘affette’: a spiegarlo le stesse autorità.
A cura di Daniela Caruso
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Essere omosessuale e vivere nella repubblica caucasica dell'Azerbaigian non è semplice. Nel Paese, le autorità negano persino l'esistenza di lesbiche e gay, ai quali sono riservate violenze e discriminazioni di ogni sorta. Il Presidente del Comitato per la Politica Sociale del Parlamento azero, Hadi Rajabli, ha dichiarato in merito che il Paese non affronta la questione dell'omosessualità, in quanto in Azerbaigian ci sarebbero "solo due o tre persone malate. Alcune persone cercano di farne una questione nazionale, ma qui in Azerbaigian non abbiamo problemi".

Gli omosessuali sono fantasmi per l'Azerbaigian: dichiarare la propria omosessualità in questo Paese non è semplice, ma è soprattutto rischioso. I gay e le lesbiche sono additati, maltrattati e sottoposti a violenze di diverso tipo. Alcuni fingono di essere fidanzati rispettivamente con uomini o donne, per non subire angherie sia da parte delle autorità, sia da coetanei eterosessuali. Come spiega Vugar Adigozalov, attivista per i diritti civili, in Azerbaigian "Ci sono molti pregiudizi e la gente pensa che i gay siano uomini che si vestono da donna e vivono di prostituzione". Nella città di Baku, dunque, essere gay significa essere emarginati e picchiati, perché considerati "malati".

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