I corridoi umanitari aperti da Mosca portano tutti in Russia o Bielorussia, Zelensky: “Immorale”
La Russia offre corridoi umanitari per far evacuare i civili, l'Ucraina rifiuta indignata. La soluzione per far uscire vive le persone dalle città sotto assedio ancora non si trova, anche se in realtà doveva essere l'unico accordo trovato al secondo giro di negoziati tra i due Paesi. L'esercito russo non ha rispettato il cessate il fuoco durante il weekend, né ha concesso corridoi umanitari. Ma questa mattina le cose sono cambiate, mentre le delegazioni si stanno muovendo per raggiungere la foresta di Brest e trattare per la terza volta: la Russia ha annunciato il cessate il fuoco e aperto una serie di corridoi umanitari dalle 10 di questa mattina, le 8 in Italia.
Ad annunciarlo è stata l'agenzia russa Interfax, che ha citato il ministero della Difesa del Cremlino: "Saranno aperti corridoi umanitari da Kiev, Mariupol, Kharkiv e Sumy su richiesta del presidente francese Emmanuel Macron". Peccato che, come subito hanno notato gli ucraini e gli osservatori internazionali, nei piani pubblicati da Mosca i corridoi aperti portano principalmente in Russia e in Bielorussia. Insomma, se i civili vogliono scappare non possono farlo verso Ovest. Precisamente il corridoio dalla capitale Kiev porta verso la Bielorussia, mentre per Kharkiv c'è un solo corridoio verso la Russia. Il corridoio da Mariupol porta alla città russa di Rosto-on-Don, vicino al confine con l'Ucraina, mentre da Sumy ci sono due corridoi: uno verso altre città dell'Ucraina e l'altro verso la Russia.
La prima, durissima, reazione è arrivata dall'Eliseo: "Il presidente Emmanuel Macron non ha mai chiesto l'apertura di corridoi umanitari verso la Russia", hanno fatto sapere. Poi il portavoce del presidente Zelensky ha definito "completamente immorale" la decisione russa: "La sofferenza delle persone viene utilizzata per creare l'immagine televisiva desiderata. Questi sono cittadini ucraini, dovrebbero avere il diritto di evacuare nel territorio dell'Ucraina". Poi il governo di Kiev ha rifiutato ufficialmente di utilizzare i corridoi umanitari offerti dalla Russia: "Per noi non sono un'opzione accettabile", ha detto Iryna Vereshchuk, vicepremier dell'Ucraina.
Poi è arrivato l'annuncio del portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, che ha confermato: "Un cessate il fuoco è stato dichiarato dalle 10 di stamane, ora di Mosca, e sono stati aperti sei corridoi umanitari – riporta Interfax – di cui uno da Kiev a Gomel (Bielorussia), due da Mariupol a Zaporizhzhya (sud-est Ucraina) e Rostov sul Don (Russia meridionale), uno da Kharkiv a Belgorod (Russia occidentale) e due da Sumy a Belgorod e Poltava (Ucraina centrale)". Così viene confermato che la possibilità di scappare dalle zone di guerra viene concessa – sostanzialmente – solo verso la Russia.