video suggerito
video suggerito

I baby calciatori della grotta in Thailandia dimessi: “Pensavamo fosse un’allucinazione”

Come hanno dimostrato durante la lunga permanenza nella grotta di Tham Luang, la loro tempra è forte e ha permesso loro di lasciare l’ospedale con un giorno di anticipo. Il primo impatto all’uscita dall’ospedale è stato con i giornalisti durante una conferenza stampa in cui hanno raccontato la loro avventura, un momento delicato per il quale sono state prese precauzioni come la supervisione di un team di psicologi per vagliare le domande dei giornalisti.
A cura di Antonio Palma
8 CONDIVISIONI
Video thumbnail
Immagine

Si sono ripresi molto velocemente e ora stanno tutti bene i 12 baby calciatori thailandesi rimasti bloccati per giorni insieme al loro allenatore all'interno della grotta di Tham Luang, nel nord del Paese. La loro rapida ripresa ha spinto i medici dell'ospedale Prachanukroh di Chiang Rai a disporre le loro dimissioni con un giorno di anticipo rispetto al programma stabilito, a conferma della la loro forte tempra già ampiamente dimostrata durante la lunga permanenza nella caverna. La strada per il recupero mentale probabilmente sarà un po' più lungo e non potrà che avvenire con l'aiuto di parenti e amici dai quali sono rimasti sostanzialmente separati in questi giorni di ricovero. Da quando sono stati salvati infatti il loro contatto con il mondo esterno, per via del rischio di infezioni, è stato molto limitato e agli stessi familiari sono state permesse visite di soli 15 minuti.

Il primo impatto all'uscita dall'ospedale è stato con i giornalisti durante una conferenza stampa, una scelta dettata dalla volontà di lasciare  finalmente i ragazzi liberi di tornare alla loro vita normale soddisfacendo una volta per tutte l'enorme interesse mediatico per la loro storia che ora potrebbe portare anche ad un film. Del resto la loro sorte ha tenuto il mondo con il fiato sospeso per 17 giorni durante i quali tutti si sono interessati a loro. "Il motivo per tenere la conferenza stampa è che i media possono porre loro delle domande e dopo possono tornare a vivere le loro vite normali senza che i media li infastidiscano", ha detto il portavoce del governo principale della Thailandia, Sunsern Kaewkumnerd. I medici infatti hanno consigliato alle famiglie dei ragazzi di evitare contatti con i giornalisti per almeno un mese dopo le dimissioni.

E' stato comunque un momento delicato per i piccoli che hanno un'età tra gli 11 e i 16 anni e certamente non tutti gli strumenti per potersi difendere da eventuali domande intime. Per tutelarli, quindi, l'incontro con i giornalisti è avvenuto con molte precauzioni. Innanzitutto le domande sono state presentate in anticipo e vagliate da un tema di psicologi. Durante la conferenza stampa le domande ammesse sono state poi poste da un moderatore.  "Quando abbiamo visto i soccorritori spuntare dall'acqua pensavamo fosse un'allucinazione",  hanno ricordato alcuni dei 12 ragazzi thailandesi che alla loro prima uscita pubblica sono apparsi in ottima forma , sorridenti e scherzosi. "Era buio, abbiamo sentito gente che parlava ma non eravamo sicuri che fosse reale, solo quando ci hanno rivolto la parola abbiamo capito che era tutto vero" hanno spiegato i ragazzi, aggiungendo: "È stato un miracolo, il primo assaggio di speranza". "In quel momento eravamo così affamati che pensavamo solo al cibo" hanno proseguito nel loro racconto, ricordando che sono sopravvissuti bevendo acqua dalle stalattiti. Tutti hanno detto che ora pensano solo a riabbracciare le loro famiglie ma per il  futuro c'è chi spera di proseguire la carriera da calciatore, chi di diventare un Navy seals come quelli che li hanno salvati e  c'è anche chi pensa di diventare un novizio in un monastero buddista come aveva fatto a suo tempo il loro allenatore.

Rimasti intrappolati dalle piogge nel fondo di una grotta il 23 giugno dove si erano inoltrati col loro allenatore, i membri della squadra di calcio giovanile dei “cinghiali” sono stati ritrovati solo il 2 luglio dopo nove giorni al buio e senza cibo. Avevano trovato riparo su una sporgenza fangosa a diversi chilometri dall'ingresso della grotta dove sono stati ritrovati da sommozzatori britannici. I soccorritori hanno discusso a lungo sul miglior piano per portarli fuori, ma alla fine hanno deciso per un'operazione rischiosa che prevedeva l'immersione attraverso stretti passaggi sommersi d'acqua e per la quale  nessuno aveva sicurezza della riuscita

8 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views