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Hotel fantasma da 85 milioni e tute mimetiche da 28: sprechi da 145 miliardi degli Usa in Afghanistan

Un hotel fantasma costato 85 milioni di dollari, tute mimetiche pagate altri 28 milioni e una flotta di aerei cargo che hanno volato solo per un anno: questi sono solo alcuni degli sprechi di denaro in 20 anni di occupazione del suolo afghano da parte degli Stati Uniti. Gli Usa, impegnati in un’operazione definita “di ricostruzione” avrebbero invece sprecato circa 145 miliardi in 20 anni.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Almeno mezzo miliardo di dollari speso in aerei che hanno volato per un solo anno. Un albergo da 85 milioni di dollari che non ha neppure mai aperto e tute mimetiche da 28 milioni per l'esercito. Sono solo alcuni degli importanti sprechi nella gestione dei fondi per la ricostruzione dell'Afghanistan. Un investimento da 145 miliardi di dollari in 20 anni finiti poi in acquisti e costruzioni accessori. Secondo il Pentagono, il costo totale della guerra è stato di 825 miliardi di dollari. In realtà, le stime citano cifre molto diverse: il presidente Joe Biden ha riportato alla stampa un costo di circa 2 trilioni di dollari. La spesa effettuata sulla guerra in Afghanistan, insomma, non trova conferme precise: molti dei dati approfonditi sulla questione sono stati messi offline su richiesta del Dipartimento di Stato per "manifesti problemi di sicurezza". Quello che è evidente, però, è che lo sforzo per ricostruire quanto distrutto non è stato supervisionato, portando il Congresso a istituire la figura dell'Ispettore generale Speciale per la ricostruzione Afghana nel 2008. Il SIGAR ha pubblicato rapporti trimestrali sulle spese per anni, ma spesso il Pentagono ha respinto quanto affermato dall'Ispettore generale in carica e negato al suo ufficio i dati dei quali aveva bisogno.

I dieci maggiori sprechi nei 20 anni in Afghanistan

In una lunga lista di spese da capogiro e sprechi nel processo di ricostruzione di un Paese distrutto dalla guerra figura in particolare dieci episodi da milioni di dollari. Il primo riguarda la centrale elettrica di Tarakhil, commissionata nel 2007 per evitare che la capitale Kabul rimanesse senza energia elettrica qualora la fornitura dall'Uzbekistan fosse stata compromessa. Si tratta di una struttura vastissima e ad altra tecnologia: le turbine utili a fornire l'elettricità avrebbero dovuto essere alimentate a diesel. Il problema è che l'Afghanistan aveva scarse forniture di diesel: questo richiedeva la spedizione di carburante tramite camion, rendendo così l'impianto troppo costoso da mantenere nel tempo. Attualmente è uno scheletro in mezzo al nulla costato 335 milioni di dollari. Il costo annuo del carburante utile a far funzionare la centrale era di 245 milioni di dollari. La struttura, secondo il SIGAR, è stata utilizzata solo al 2,2% della capacità.

Un'altra folle spesa riguarda una flotta di aerei da cargo utilizzati solo per un anno. Il velivoli sono costati mezzo miliardo di dollari. La nascente aeronautica afgana aveva bisogno di aerei cargo e così il Pentagono nel 2008 aveva scelto il G222 di progettazione italiana. Il modello scelto era progettato per decollare e atterrare su piste accidentate. I 16 velivoli acquistati sono stati venduti poi sei anni dopo per un costo di 40mila dollari. Il progetto valeva invece 549 milioni. Gli aerei hanno smesso di volare perché non sostenibili per l'esercito. E a proposito di esercito, anche il quartier generale dei Marines è costato 36 milioni di dollari. Costruito nel deserto, non è mai stato utilizzato. Il SIGAR ha fatto sapere che il progetto per la costruzione della struttura è iniziato nel 2010, quando i marines stavano aumentando il numero delle truppe a Helmand. Il centro di comando sulla base di Camp Leatherneck avrebbe dovuto essere parte delle operazioni. Il comandante della base e altri due generali della marina hanno però assicurato agli Usa che tale sforzo non sarebbe stato necessario, ma la costruzione è stata comunque iniziata. Il quartier generale, costato 36 milioni di dollari, non è mai stato occupato.

Altri 28 milioni di dollari sono stati spesi per nuove uniformi mimetiche. Sembra assurdo, eppure nel 2007 per il nascente esercito afghano sono state acquistate tute dal raro disegno mimetico. Una fantasia tale da costare 28 milioni di dollari. Le tute non sono mai state indossate sul campo: in Afghanistan, infatti, esiste una copertura forestale così esigua da rendere le tute mimetiche praticamente inutili. Un altro mezzo milione di dollari al giorno è stato speso per combattere la produzione di oppio in Afghanistan. I programmi antidroga messi in atto dal 2002 al 2018 non avrebbero sortito alcun effetto: la produzione è infatti aumentata nel 2020 del 37% rispetto al 2019. Nel 2017, quando i programmi erano ancora in azione, la produzione di oppio ha raggiunto quote 4 volte superiori a quelle del 2002.

Altri 249 milioni sono stati spesi su una strada mai terminata. Un'ampia circonvallazione attorno all'Afghanistan che è stata finanziata con sovvenzioni e donazioni. L'ampio progetto è stato realizzato soltanto nel suo 15%. Tra marzo del 2014 e settembre del 2017, quel poco che è stato costruito è stato poi deteriorato dal tempo. Più assurdo ancora l'investimento in un Hotel da 85 milioni di dollari che non ha mai aperto. Si tratta di un complesso di alberghi e appartamenti commissionato nei pressi dell'ambasciata degli Stati Uniti a Kabul. Per la sua realizzazione, gli Usa hanno pagato 85 milioni di dollari. Nel 2016, però, il rapporto dell'Ispettore generale per la spesa ha fatto sapere che le costruzioni non sono mai state completate e che molte sono addirittura inagibili. In un rapporto dell'ottobre del 2020 risulta che su uno stanziamento di circa 134 miliardi di dollari nel 2002, 63 miliardi di dollari sono quelli il cui utilizzo è stato analizzato e riportato dall'Ispettore senza complicazioni. Circa 19 miliardi sono stati persi per sprechi, frodi e abusi.

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