Hong Kong, sequestrate 13 tonnellate di pinne di squalo: servivano per cucinare una zuppa
Tredici tonnellate di pinne di squalo essiccate appartenenti a una specie in via d’estinzione, per un valore di mercato di circa 8,6 milioni di dollari, sono state sequestrate dalle autorità doganali di Hong Kong. Le pinne erano contenute in due container partiti dall’Ecuador. In seguito alle prime indagini, il 29 aprile i doganieri hanno tratto in arresto un sospetto di 57 anni a Sai Ying Pun: l'uomo è stato momentaneamente rilasciato su cauzione in attesa del proseguimento delle indagini, che sono tuttora in corso. Ai sensi dell’ordinanza sulla protezione delle specie animali e vegetali in via di estinzione, ricordano i doganieri di Hong Kong, chiunque sia ritenuto colpevole di aver importato o esportato una specie in via di estinzione senza licenza rischia una multa fino a 10 milioni di dollari e una pena detentiva fino a 10 anni.
Le pinne dorsali degli squali vengono tagliate per scopi alimentari. Si tratta di una pratica del tutto illegale chiamata shark finning che mette seriamente a repentaglio la sopravvivenza della specie; tale tecnica, in voga soprattutto nei paesi asiatici, implica naturalmente un’enorme sofferenza per gli animali: allo squalo viene recisa la pinna appena pescato, quindi mentre è ancora vivo e cosciente. Poi, visto che il resto della carne non ha valore, il pesce viene gettato in mare agonizzante, destinato a una morte lenta e dolorosa.
Le pinne vengono impiegate per cucinare una zuppa, pietanza un tempo riservata ai più ricchi ma oggi alla portata di tutti. Il consumo di zuppa di pinne di squalo, diffuso principalmente in Cina e Vietnam, contribuisce direttamente all’uccisione di quasi la metà degli squali.