Hong Kong, folla contro gli studenti: scontri fra anti e pro Pechino

Sesto giorno di proteste ad Hong Kong. I manifestanti si spostano dal centro alla periferia e arriva nel quartiere popolare di Mong Kok dove si registrano scontri fra chi si oppone all'ingerenza del governo di Pechino e chi si oppone alle manifestazioni che stanno bloccando la città. Una folla inferocita ha distrutto l’accampamento e degli studenti che occupano da giorni l'incrocio fra l'arteria Nathan Road e Argyle Street.  Secondo il South China Morning Post, Si tratta degli attivisti del gruppo Anti-OccupyCentral, distinguibili da una fascia blu, e di persone senza distintivi di riconoscimento. Secondo testimoni, i rivoltosi parlano in mandarino: si sospetta provengano proprio dalla Cina. Alcuni ragazzi sarebbero stati insultati, presi a calci e colpiti da bottigliette, mentre la polizia sembrava “incapace di riprendere il controllo”. Dall’altra parte, i manifestanti hanno minacciato di annullare i colloqui annunciati ieri sera dal contestato governatore Leung Chun-yin se non saranno immediatamente interrotti gli attacchi dei filo-cinesi. “Se il governo non previene immediatamente gli attacchi organizzazioni contro i sostenitori del movimento Occupy, gli studenti annulleranno il dialogo sulle riforme politiche con il governo", si legge in una dichiarazione delle tre principali sigle della protesta. Il capo dell'esecutivo di Hong Kong ha comunque annunciato che non si dimetterà.

Perché c'è tensione ad Hong Kong

Gli scontri ad Hong Kong sono cominciati lo scorso 31 agosto, quando le autorità cinese della ex colonia britannica (formalmente una “Regione Amministrativa Separata” le cui relazioni con Pechino sono regolate in base al principio ‘uno stato, due sistemi’) hanno comunicato che il successore del governatore Leung sarà scelto dai residenti ma tra una rosa di candidati scelti da Pechino.