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Hong Kong, 50 mila persone chiedono il suffragio universale

Le strade della metropoli dell’estremo oriente sono state invase da 500 mila persone che chiedevano il suffragio universale e la distribuzione più equa delle ricchezze.
A cura di Laura Murino
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Più di 400 mila persone hanno manifestato per le strade di Hong Kong per chiedere il suffragio universale. La marcia si è svolta il giorno dell’anniversario del ritorno di Hong Kong alla Cina. La manifestazione è stata organizzata dal Fronte per i diritti umani e civili che unisce diversi gruppi di attivisti tra cui anche alcune organizzazioni cattoliche. Quello che chiedono questi gruppi è il suffragio universale per votare il capo dell’esecutivo e dei deputati del Territorio. Inoltre, il Fronte per i diritti umani e civili porta avanti altre richieste come la fine della crescente disparità tra ricchi e poveri causata, secondo queste associazioni, dall'egemonia delle corporazioni commerciali. La marcia è partita da Victoria Park ed è terminata all'Ufficio del governo cinese di Hong Kong a Central.

Ogni anno, a partire dal 1997, gli attivisti democratici organizzano la manifestazione che, nonostante abbia visto un calo di partecipanti nel corso degli anni, non ha mai assistito a un’affluenza di meno di 150 mila persone. L’alto funzionario di Hong Kong attualmente è scelto da 1200 grandi elettori, appartenenti per la maggior parte alle corporazioni commerciali e al governo cinese che ha anche il diritto di veto sul voto finale. L’attuare governatore Leung Chun-Ying viene accusato dai manifestanti e dalle associazioni pro-democrazia di “troppa contiguità con Pechino” e di non aver rispettato le promesse elettorali. Leug, infatti, ad inizio mandato aveva promesso di impegnare il governo per l’introduzione della piena democrazia entro il 2012. Lunedì Leung ha affermato “ci auguriamo che le persone in possesso di diversi punti di vista possono mettere da parte le loro differenze e cercare un consenso il più possibile accomodante, pragmatico e pacifico”, come riporta la BBC. Nonostante le parole del governatore, gli attivisti non ritengono che il governo stia facendo quanto in loro potere, anzi che i “progressi della riforma siano stati lenti”.

I manifestanti, che hanno letteralmente invaso le strade della metropoli, oltre al suffragio universale, alle dimissioni per il governo Leung chiedevano a gran voce e con striscioni la liberazione del premio Nobel per la Pace Liu Xiaobo, che attualmente si trova detenuto in Cina con l'accusa di sovversione. La forte disparità che si sta creando tra ricchi e poveri sta aumentando il malcontento tra i cittadini di Hong Kong. Tra gli striscioni e le bandiere che accompagnavano i manifestanti, sono comparse anche le bandiere utilizzate prima del 1997, quando cioè la città era una colonia britannica.  Dal passaggio alla Cina Hong Kong serve due sistemi, quello che già governava la città da colonia e il governo cinese che ha concesso alla metropoli una discreta autonomia nella gestione dei sistemi economici e sociali che già esistevano per i 50 anni successivi alla cessione della colonia alla Cina.

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