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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

“Ho visto l’inferno ma ho augurato loro la pace”: il gesto dell’ostaggio israeliano liberato da Hamas

La testimonianza di Yocheved Lifshitz, la donna israeliana di 85 anni rapita e rimasta prigioniera di Hamas per due settimane prima di essere rilasciata nelle scorse ore. “C’è un gigantesco sistema di tunnel a Gaza, ho attraversato l’inferno” ha rivelato l’anziana.
A cura di Antonio Palma
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"Ho attraversato l'inferno tra i cunicoli di Hamas a Gaza ma quando mi hanno liberato ho augurato loro la pace perché alla fine ci hanno trattato bene", è la cruda testimonianza rilasciata da Yocheved Lifshitz, la donna israeliana di 85 anni rapita e rimasta prigioniera di Hamas per due settimane prima di essere rilasciata nelle scorse ore.

Davanti all'ospedale Ichilov di  Tel Aviv, dove è stata portata per le cure del caso, la pensionata ha raccontato i terribili momenti dell'attacco delle milizie palestinesi nel Kibbutz Be’eri e poi i giorni della prigionia in mano agli uomini di Hamas.

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Due eventi e situazioni nettamente separati, secondo il racconto della 85enne, conosciuta dagli amici come Yochi. Il 7 ottobre, quando i miliziani di Hamas hanno attaccato la sua comunità, a pochi chilometri dal confine con la striscia di Gaza, è stata picchiata e malmenata con un bastone mentre veniva portata a Gaza come ostaggio insieme ad amici e al marito, che resta prigioniero.

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"Hanno fatto irruzione nelle nostre case. Picchiato le persone. Hanno rapito vecchi e giovani, senza distinzione" ha rivelato la donna seduta su una sedia a rotelle per le difficoltà a muoversi dopo la terribile esperienza. Un vero e proprio calvario per Yocheved Lifshitz. "I giovani mi picchiavano lungo la strada. Non mi hanno rotto le costole, ma avevo dolori e difficoltà a respirare" ha rivelato.

Stando al racconto della figlia, la pensionata israeliana è stata trasportata tra i campi con una moto fin dentro Gaza, destino comune a tanti altri ostaggi donna come è stato documentato da diversi video. Un percorso durissimo terminato all'imbocco dei famigerati tunnel scavati da Hamas sotto Gaza dove infine è stata privata degli oggetti di valore, come gioielli e l'orologio, e tenuta prigioniera.

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"C'è un gigantesco sistema di tunnel là sotto, come ragnatele" ha rivelato la 85enne. La donna sarebbe stata trasportata prima ad Abasan al-Kabira, vicino al confine con Israele, e poi a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Da quel momento ovviamente non sa più dove è stata tenuta prigioniera.

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"Inizialmente nella stanza eravamo in 25 ostaggi. Dopo alcune ore, in cinque siamo stati portati in una stanza separata dove ci hanno trattato bene, si sono presi cura di noi, si sono assicurati che potessimo essere puliti e mangiare e ci hanno dato le medicine necessarie" ha rivelato Yocheved Lifshitz attraverso la figlia. La donna ha rivelato che le guardie parlavano e mangiavano con loro ogni giorno. Inoltre, ogni giorno un medico visitava gli ostaggi e forniva loro tutti i farmaci necessari.

"Erano molto preoccupati per l'igiene e avevano paura che scoppiasse qualche epidemia, pulivano i bagni ogni giorno" ha rivelato ancora Yocheved, liberata insieme ad un'altra pensionata. Per questo, al momento della liberazione, quando è stata affidata a un delegato della croce rossa, ha deciso di girarsi verso un miliziano armato, dandogli la mano e salutandolo con la parola ebraica "Shalom".

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