“Ho temuto che il vento mi strappasse vie la gambe”: parla un superstite del volo Alaska Airlines
A bordo del Boeing 737 Max 9 dell'Alaska Airlines che lo scorso 5 gennaio ha effettuato un atterraggio di emergenza in Oregon dopo che un finestrino e un pezzo della fusoliera sono esplosi c'era anche Cuong Tran, che su quell'aereo ci era salito poche ore prima di compiere il suo 40esimo compleanno. L'uomo era seduto a una manciata di centimetri dal "buco" ed ha vissuto momenti di vero e proprio terrore, minuti nei quali – per la prima volta nella sua vita – ha temuto che sarebbe tutto finito.
Cuong ha raccontato, in un'intervista alla BBC, cosa è accaduto quel giorno di inizio dicembre sopra ai cieli di Portland: "Per la prima volta nella mia vita ho sentito che non avevo assolutamente nulla sotto controllo. Non potevo credere a quello che stavo vivendo. Ero assicurato al sedile dalla cintura di sicurezza, ma la pressione era così forte che mi ha risucchiato via entrambe le scarpe, mentre il mio telefono cellulare è stato spazzato via in un istante. Per un po' ho temuto che la forza dell'aria mi strappasse le gambe".
Oggi Cuong sta finalmente bene, anche se l'incidente gli ha lasciato una lunga cicatrice a una gamba e soprattutto conseguenze emotive e psicologiche importanti: il 40enne da due mesi soffre di frequenti attacchi di panico ed ha una comprensibile paura di volare. Per questo, come altri passeggeri di quel volo, ha deciso di trascinare Alaska Airlines, Boeing e il produttore Spirit Aerosystems in tribunale nella speranza che le società vengano innanzitutto condannate, e in secondo luogo che venga erogato un congruo risarcimento.
L'avvocato Timothy A Loranger – che assiste alcuni dei passeggeri del volo – ha detto alla BBC che il caso giudiziario richiederà "alcuni anni" prima che si arrivi a una sentenza. Alaska Airlines e Boeing devono rispondere a una richiesta di risarcimenti complessiva di 1 miliardo di dollari.