“Hitler era ebreo come Zelensky, sono i peggiori antisemiti”: bufera sulle parole di Lavrov a Rete 4
Non si placano le polemiche sull'intervista del ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, di ieri sera a Zona Bianca, su Rete 4. Circa quaranta minuti di intervento in cui il capo diplomatico di Mosca ha parlato della guerra in Ucraina (o meglio della "missione speciale"), delle colpe dell'Occidente, della minaccia nucleare e dell'intenzione ribadita della Russia di denazificare il Paese vicino. Su quest'ultimo punto ha detto: "Non significa assolutamente nulla che Zelensky ha origini ebree, anche Hitler le aveva secondo me". E poi ha aggiunto: "Da tempo sentiamo il saggio popolo ebreo che dice che i maggiori antisemiti sono proprio gli ebrei".
Il ministro degli Esteri russo ha insistito molto su questo punto, che – tra l'altro – continua a essere la debolissima ragione ufficiale da parte di Mosca per motivare l'invasione dell'Ucraina: "La nazificazione esiste – ha sottolineato Lavrov – i membri del Battaglione Azov hanno svastiche sia sulla loro uniforme che tatuate sul corpo", così come "simboli dei battaglioni nazisti, delle SS" e poi "apertamente leggono e sostengono il Mein Kampf". Le parole di Lavrov su Hitler e sulla sua presunta origine ebrea non sono passate inosservate. Dani Dayan, presidente di Yad Vashem – il Museo della Memoria di Gerusalemme – ha attaccato: "Le dichiarazioni di Lavrov sono false, deliranti, pericolose e degne di ogni condanna". Poi in mattinata è arrivata la notizia della convocazione dell'ambasciatore russo a Tel Aviv per "chiarimenti" dopo le "gravi" dichiarazioni di Lavrov, definite "imperdonabili e oltraggiose" dal ministro degli Esteri Lapid: "Gli ebrei non si sono uccisi da soli nella Shoah. Il più basso livello del razzismo contro gli ebrei è accusare gli ebrei stessi di antisemitismo".
Secondo il ministro russo l'intenzione di Mosca non è quella di rovesciare Zelensky: "Non puntiamo a un cambio di regime a Kiev, questa è una specialità degli americani – ha detto – Non chiediamo nemmeno che si arrenda. Quello che chiediamo è che interrompa le ostilità e lasci andare i civili. Vogliamo fare in modo che dall'Ucraina non vengano più minacce per la Russia". Durante l'intervista Lavrov se l'è presa anche con l'Italia: "Eravamo abituati all'idea che, grazie alla vostra storia, sapeste distinguere il bianco dal nero". E sulla fine della guerra ha spiegato che il 9 maggio non è altro che una ricorrenza: "I nostri militari non pianificano le azioni in base a una data".