Nell’harem di Gheddafi, come il dittatore libico violentò decine di donne
Muammar Gheddafi, il dittatore libico ucciso nell’ottobre del 2012 dai miliziani ribelli, era un violento, un malato di sesso, uno che si circondava di donne per soddisfare i suoi desideri sessuali. Un uomo che aveva delle abitudini sessuali che hanno rovinato la vita a decine di donne, anche di giovanissima età. Il ritratto di questo Gheddafi emerge da un libro scritto da una giornalista francese, Annick Cojean. Un libro nel quale si racconta dell’harem del dittatore libico e le storie di alcune ragazzine da lui violentate. Si racconta che una delle abitudini di Gheddafi sarebbe stata quella di rapire letteralmente delle ragazzine a scuola per picchiarle e stuprarle. Giovani che diventavano, come è accaduto per Soraya (nome di fantasia), delle vere e proprie schiave sessuali del leader della Libia. La ragazza, rapita quando aveva solo 15 anni, sarebbe stata sua prigioniera per circa 7 anni.
Gheddafi l’aveva scelta a scuola, lei – l’alunna più bella – gli aveva donato dei fiori, lui le aveva sorriso e le aveva fatto una carezza. Sarebbe stato l’inizio del suo incubo. La giovane sarebbe stata prelevata all’indomani nel salone da parrucchiera di sua madre. Maltrattata, torturata, umiliata e costretta a subire ogni sorta di pratica sessuale. Soraya ricorda come una volta il Raìs le urinò addosso, come la costringeva a terribili umiliazioni. Umiliazioni che avrebbero portato alcune delle donne rapite da Gheddafi ad essere cacciate di casa proprio perché costrette a fare sesso prima del matrimonio. Gheddafi violentava anche le sue amazzoni, le guardie speciali che si muovevano al suo seguito in divisa militare, il simbolo della donna “liberata”. Nel libro di Cojean si narra anche dei fiumi di alcol e della droga presente nei festini del Raìs. Si narra delle tante Soraya scelte da Gheddafi e delle loro vite rovinate dal Raìs.