Hamas pubblica video dei 6 ostaggi morti. Da UK stop parziale alle armi a Israele
Hamas ha diramato il video dei sei ostaggi israeliani assassinati i cui corpi sono stati recuperati ieri dall'Idf a Rafah, nel sud di Gaza. Non è chiaro quando sia stato girato il filmato, ma il partito armato palestinese afferma che si tratta di un promo per un video più lungo che verrà pubblicato a breve e in cui saranno mostrati Hersh Goldberg-Polin, Eden Yerushalmi, Ori Danino, Alex Lobanov, Carmel Gat e Almog Sarusi.
Chi erano i sei ostaggi trovati morti a Gaza
Goldberg-Polin, Yerushalmi, Lobanov, Sarusi e Danino (un sottufficiale fuori servizio) vennero rapiti mentre partecipavano al festival musicale Nova vicino al Kibbutz Re'im, mentre Gat è stato catturato nel Kibbutz Be'eri. I loro corpi sono stati rinvenuti con molteplici ferite da arma da fuoco, ha affermato il Ministero della Salute israeliano, citando un esame effettuato dall'Istituto forense Abu Kabir. Secondo Tel Aviv i sei erano stati uccisi tra le 48 e le 72 ore prima dell'autopsia, ovvero tra giovedì e venerdì mattina della scorsa settimana. Il portavoce dell'IDF, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha detto che i sei sono stati "brutalmente assassinati" da Hamas poco prima dell'arrivo delle truppe. Diametralmente opposta la versione di Hamas. Secondo un alto funzionario, Izzat al-Risheq, i sei ostaggi sono morti in seguito agli attacchi aerei israeliani sulla Striscia di Gaza.
Biden: "Netanyahu non fa abbastanza per raggiungere un accordo"
Proprio il ritrovamento dei corpi dei sei ostaggi potrebbe aver impresso una spinta ai negoziati per un cessate il fuoco, di fatto bloccato da quando la scorsa settimana Benjamin Netanyahu ha posto il veto assoluto sulle richieste di Hamas. Secondo il presidente degli Stati Uniti Joe Biden il leader israeliano "non sta facendo abbastanza" per raggiungere un accordo. "Non molliamo, continueremo a premere", ha detto il capo della Casa Bianca rispondendo ai reporter che gli chiedevano quale sia il suo messaggio alle famiglie degli ostaggi di Hamas.
Indetto in Israele uno sciopero generale
Poche ore dopo il ritrovamento dei corpi dei sei ostaggi è stato indetto in Israele uno sciopero generale: decine di migliaia di manifestanti questa mattina hanno invaso le strade di Tel Aviv per chiedere un accordo immediato con Hamas che porti alla liberazione dei prigionieri ancora nelle mani del gruppo armato. A scatenare la rabbia popolare contro il governo di Benjamin Netanyahu, accusato di minare e rallentare consapevolmente i negoziati, è stato proprio il recupero dei cadaveri di sei giovani rapiti. Centinaia di migliaia di persone hanno protestato ieri sera in tutto il Paese, la più vasta manifestazione dal massacro del 7 ottobre: si sono anche registrati scontri e una trentina di attivisti sono stati arrestati.
Episodi simili sono andati di nuovo in scena oggi, con marce e raduni soprattutto a Tel Aviv, ma anche a Gerusalemme e Haifa, insieme ad altre importanti città israeliane. Tra i manifestanti anche membri del kibbutz Bèeri che hanno bloccato il traffico, commemorando Carmel Gat, una dei residenti della comunità rapita quasi undici mesi fa e morta tre giorni fa in un tunnel di Rafah. Attivisti hanno fermato il flusso delle auto, scontrandosi con le forze dell'ordine, mentre altri hanno cercato di bloccare i treni nelle stazioni di Herzliya e Tel Aviv-Hashalom. Finora, 13 gli arresti compiuti dalla polizia.
Esponenti dell'estrema destra di governo hanno attaccato la decisione del sindacato Histadrut di indire lo sciopero generale, sostenendo che si tratti di una mobilitazione politica e quindi illegale dal momento che non riguarda un tema legato al mondo del lavoro. "Non mi vergogno di dire che stiamo usando il nostro potere per impedire un accordo sconsiderato e per bloccare del tutto qualsiasi negoziazione", ha ammesso apertamente il ministro per la Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, parlando con attivisti del Gvura Forum e del Tikva Forum. Un centinaio di loro hanno inscenato una contro-manifestazione a favore dell'esecutivo: "Non ci fermeremo finché non vinceremo", hanno scandito marciando a Gerusalemme.
Commentando la decisione del tribunale del lavoro di ordinare la fine anticipata dello sciopero il capo dell'Histadrut, Arnon Bar-David, ha risposto Ben-Gvir. "Lo sciopero è stata una mossa importante e la sostengo. Nonostante i tentativi di dipingere la solidarietà con colori politici, centinaia di migliaia di cittadini hanno mostrato il loro dissenso… abbiamo dimostrato che il destino dei rapiti non è di destra o sinistra, esiste solo la vita o la morte e non permetteremo che la vita venga trascurata", ha affermato. Da parte sua, l'Hostages and Missing Families Forum ha esortato gli israeliani a proseguire: "Non si tratta di uno sciopero, si tratta di salvare i 101 ostaggi che sono stati abbandonati da Netanyahu con la decisione del governo di giovedì scorso", ha sostenuto l'organizzazione, riferendosi al voto dei ministri a sostegno del mantenimento della presenza delle truppe israeliane nel corridoio Filadelfia, che di fatto blocca il negoziato.
Dal Regno Unito stop alle armi a Israele
A seguito della verifica del rispetto del diritto internazionale umanitario da parte di Israele nel corso delle sue operazioni militari a Gaza, il ministro degli Esteri inglese David Lammy ha annunciato che il Regno Unito sospenderà circa 30 licenze di esportazione di equipaggiamento militare. Le 30 licenze (su un totale di circa 350) includono componenti per aerei militari, elicotteri, droni e articoli che facilitano il targeting a terra. I funzionari affermano che il governo ha concluso che esiste un chiaro rischio che gli articoli esportati in Israele possano essere utilizzati in gravi violazioni del diritto umanitario internazionale.