Hamas-Israele, Usa: “Accordo sugli ostaggi possibile”. Continuano i raid: “Morti all’ospedale Nasser”
Ancora una giornata di sangue in Medioriente. Mentre il segretario di Stato Usa Antony Blinken afferma di ritenere "possibile" un accordo sugli ostaggi di Gaza e Netanyahu prepara l'offensiva di terra a Rafah, sono continuati i raid. Uno degli attacchi ha colpito l'ospedale Nasser, a Khan Yunis, la più grande struttura medica nel sud della Striscia, dove Medici senza Frontiere ha denunciato la presenza di morti e feriti.
L'attacco all'ospedale Nasser: forze israeliane nel reparto maternità
Le forze dell’esercito di Israele sarebbero entrate anche nel reparto maternità dell’ospedale Nasser di Khan Younis. Da ore sta conducendo quella che il portavoce dell’Idf ha definito "un’azione precisa e limitata, motivata da informazioni secondo cui esponenti di Hamas si nascondono e hanno tenuto ostaggi nell’ospedale". Il Guardian ha riferito di un morto e otto feriti nell'assalto che le forze israeliane hanno condotto all'alba di oggi contro l'ospedale Nasser.
"Le persone vivono una situazione impossibile: rimanere all'ospedale Nasser contro gli ordini dell'esercito israeliano e diventare così un potenziale bersaglio, o uscire e ritrovarsi in un contesto apocalittico dove i bombardamenti e gli ordini di evacuazione fanno parte della vita quotidiana", ha dichiarato Lisa Macheiner, coordinatrice dei progetti di MSF a Gaza. "Gli ospedali dovrebbero essere considerati luoghi sicuri e non dovrebbero nemmeno essere evacuati".
Intensificati gli attacchi contro il Libano: "Pagherete"
La tensione resta altissima anche a Nord della Striscia. Nelle ultime ore, Israele ha aumentato il peso degli attacchi aerei sul Libano, contro le postazioni di Hezbollah, la cui risposta ai raid non si è fatta attendere. Secondo il "partito di Dio" Israele "pagherà" per la morte di almeno 10 civili avvenuta nella giornata di ieri – il giorno più sanguinoso per i civili libanesi da quando è iniziata la guerra tra Israele e Gaza.
Intanto, Andrea Tenenti, portavoce della missione Onu in Libano (Unifil), di cui fanno parte un migliaio di militari italiani, ha oggi messo in guardia dalla "preoccupante trasformazione nel livello delle ostilità lungo la Linea Blu" di demarcazione tra Libano e Israele. Citato dall'agenzia nazionale libanese (Nna), ha aggiunto: "Gli attacchi che prendono di mira i civili sono considerati violazioni del diritto internazionale e costituiscono crimini di guerra". E ha concluso: "siamo profondamente preoccupati per la distruzione e la perdita di vite umane. Invitiamo le parti coinvolte a cessare immediatamente le ostilità".