Hamas-Israele, Rafah è accerchiata. Ma l’Egitto tenta di rilanciare i negoziati per fermare l’offensiva
L'esercito israeliano stringe i tempi per l'offensiva su Rafah, città a Sud della Striscia di Gaza, considerata al momento roccaforte di Hamas ma dove si trovano oltre un milione di palestinesi fuggiti dal Nord. Alcune immagini diffuse nelle scorse ore da Maxar Technologies mostrano file di tende costruite vicino a Rafah il 23 aprile scorso, precisamente a Khan Younis, decimata nel corso di una campagna aerea e terrestre durata mesi. Un portavoce del governo del primo ministro Benjamin Netanyahu ha detto che Israele "sta andando avanti" con un’operazione di terra, ma non ha fornito alcuna tempistica.
Perché Israele vuole velocizzare l'offensiva su Rafah
La volontà di velocizzare l'operazione sarebbe scattata dopo che Hamas ha diffuso un video di Hersh Goldberg-Polin, ostaggio israeliano-americano di 24 anni rapito dal Nova Festival durante l'attacco del gruppo al sud di Israele il 7 ottobre. Il giovane, a cui è stato amputato un braccio, ha detto nel filmato che 70 ostaggi erano stati uccisi nei bombardamenti israeliani e ha chiesto che il governo di Netanyahu riportasse a casa coloro che sono sopravvissuti. Il video non è datato, ma sembra essere stato girato negli ultimi giorni poiché Goldberg-Polin ha dichiarato di essere stato tenuto prigioniero per "quasi 200 giorni".
Secondo Israele la leadership di Hamas si trova a Rafah, utilizzando ostaggi israeliani come scudi umani, pertanto un’operazione di terra era necessaria per la "vittoria totale" sull'organizzazione islamista e per riportare a casa gli ostaggi.
Ma il piano a lungo minacciato di attaccare la città a Sud della Sriscia ha suscitato una forte opposizione da parte degli alleati di Tel Aviv, compresi gli Stati Uniti, che hanno affermato che ciò causerebbe migliaia di vittime civili e interromperebbe ulteriormente le consegne di aiuti. "Abbiamo avuto discussioni molto approfondite per esprimere non solo le nostre preoccupazioni, ma anche la nostra opinione secondo cui esiste un modo diverso di affrontare la minaccia di Hamas a Rafah", ha detto ai giornalisti a Washington il consigliere per la sicurezza nazionale statunitense Jake Sullivan.
L'Egitto tenta di rilanciare i negoziati per cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi
Per evitare una situazione del genere, anche l'Egitto sta provando a rilanciare i negoziati. Il Cairo, infatti, secondo funzionari israeliani, citati da Ynet, teme i "profughi di guerra" palestinesi che potrebbero entrare nel Sinai in seguito all'assalto israeliano a Rafah, quindi ha fretta di proporre un accordo a Hamas nella speranza di ottenere il rinvio dell'attacco. Già oggi è attesa una delegazione egiziana in Israele per riprendere i colloqui volti a raggiungere un cessate il fuoco temporaneo tra Israele e Hamas e il rilascio degli ostaggi; sarà guidata da Abbas Kamel, il potente capo dell'intelligence egiziana. Secondo il quotidiano qatarino Al-Arabi Al-Jadid, Kamel incontrerà il capo del Mossad David Barnea e il consigliere per la sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi.
“Egitto propone rilascio 33 ostaggi, i soli ancora vivi”
"C'è un tentativo da parte del Cairo di riavviare i colloqui con una proposta egiziana che comporterebbe il rilascio di 33 ostaggi, tra donne, anziani e malati". È quanto ha detto un funzionario israeliano al Jerusalem Post, in merito alla delegazione egiziana che ha incontrato i mediatori israeliani per discutere degli ostaggi e di un cessate il fuoco a Gaza. Per i funzionari dell'intelligence israeliana, secondo il sito, sarebbero solo 33 i rapiti ancora in vita, su un totale di 133 ancora trattenuti da Hamas e altri gruppi terroristici palestinesi nella Striscia. Nelle scorse settimane anche funzionari americani avevano riferito al Wall Street Journal di temere che gran parte degli ostaggi israeliani a Gaza fossero morti.