Hamas-Israele, Netanyahu annuncia azione potente a Rafah e rifiuta accordo su ostaggi: “Condanna a morte”
"Combatteremo fino alla vittoria completa e ciò include un'azione potente anche a Rafah". Non ha usato mezzi termini il premier israeliano Benyamin Netanyahu, che in un messaggio diffuso sui social network ha annunciato la prossima e intensa offensiva sulla cittadina a Sud della Striscia di Gaza dove al momento si trovano oltre 1.4 milioni di persone. Il rischio è quello di una vera e propria carneficina.
"Questo avverrà – ha aggiunto – dopo aver permesso alla popolazione civile di lasciare le zone di battaglia". La dichiarazione di Netanyahu è arrivata la richiesta del consigliere Usa per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, durante un briefing con la stampa di dare risposta sulla tutela dei civili.
"Gli aiuti su cui fanno affidamento i civili palestinesi arrivano attraverso Rafah. Se le operazioni militari interrompono i valichi – Kerem shalom e Rafah – o interrompono i punti di distribuzione, ciò renderà più difficile lo spostamento degli aiuti. Abbiamo bisogno di risposte alla domanda su dove andranno le persone e anche come possono ottenere un livello duraturo di aiuti", ha detto Sullivan.
Nel corso della giornata la tensione era salita anche perché Israele ha fatto sapere di voler abbandonare il tavolo delle trattative con Hamas per il rilascio degli ostaggi. "Israele non ha ricevuto al Cairo nessuna nuova proposta di Hamas sulla liberazione degli ostaggi", si legge in una nota dell'ufficio del primo ministro israeliano.
Lo stesso Netanyahu "insiste sul fatto che Israele non cederà alle richieste deliranti di Hamas", prosegue la nota, secondo cui solo "un cambiamento nelle posizioni di Hamas permetterà ai negoziati di avanzare". Poi ha precisato: "La chiave per il rilascio del resto dei nostri rapiti è anche questa: una forte pressione militare e negoziati molto fermi".
Dichiarazioni che non sono piaciute ai familiari dei circa 100 ostaggi rapiti il 7 ottobre scorso e ancora nelle mani di Hamas, le quali hanno definito la decisione attribuita a Benyamin Netanyahu di non inviare domani una delegazione al Cairo "una sentenza di morte" per i rapiti. Il Forum delle famiglie ha attaccato la scelta dicendosi "sorpreso" e aggiungendo che "sembra che qualcuno dei membri del Gabinetto abbia deciso di sacrificare gli ostaggi".