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Conflitto Israelo-Palestinese

Hamas fa irruzione in casa ma lei offre caffè e coca cola, israeliana tiene a bada i miliziani per 20 ore

“Non so proprio come ho fatto a sopravvivere” ha continuato a ripetere la donna ai soccorritori. Rahel Edri è rimasta in casa sua per venti ore con cinque miliziani di Hamas armati a Ofakim durante l’attacco palestinese nel sud di Israele.
A cura di Antonio Palma
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“Gli ho dato da bere e da mangiare, ho parlato con loro e ho scherzato cercando di prendere tempo”, così una donna israeliana ha raccontato come è riuscita tenere a bada i miliziani di Hamas per oltre venti ore in casa sua a Ofakim durante l’attacco palestinese nel sud di Israele. La donna così ha resistito col marito fino all’irruzione delle forze speciali che l’hanno liberata.

A raccontare la storia di Rahel Edri e di suo marito ai media locali è stata la stessa donna, ancora incredula dopo la liberazione. "Mi hanno puntato una pistola e mi hanno messo una granata sopra la testa, gli ho offerto dolci, caffè, Coca Cola Zero e acqua. Non so come ho fatto a sopravvivere".

Tutto è partito intorno alle 7 del mattino di sabato quando è suonata la sirena di allarme aereo. La coppia è corsa nel rifugio ma il peggio doveva ancora avvenire. Quando pensavano che il pericolo fosse scampato, infatti, sono rientrati ma davanti casa sono stati circondati da cinque uomini armati.

"Il mio primo pensiero è andato ai miei due figli perché sono nelle forze di polizia. Grazie a Dio non erano a casa perché avevo paura che sarebbero stati uccisi subito” ha raccontato la donna. Poi in lei è scattato qualcosa. “Ho iniziato a parlare con loro. Gli ho detto ‘Vuoi un tè o un caffè?’. Era come se fossimo in un sogno e non sapevamo cosa ci sarebbe successo”, ha rivelato Rahel Edri.

Nel frattempo sul posto è arrivata la polizia e ne è nata una situazione di stallo. I miliziani le hanno annunciato che sarebbero morti da martiri. Con il passare delle ore, Edri ha temuto che i suoi rapitori si agitassero a causa della fame e ha offerto loro anche il pranzo.

Incurante del pericolo, la donna ha continuato a parlare con i suoi rapitori per tutto il tempo, chiedendo loro da dove venissero e cercando di dissuaderli dal loro intento. "Scherzavo e ho detto a uno di loro ‘Ti insegnerò l'ebraico e tu mi insegnerai l'arabo'. Ho capito che era una questione di vita o di morte” ha rivelato. Un impegno proseguito anche dopo un primo scontro a fuoco.

La donna infatti si è offerta di fasciare la mano ferita di uno dei terroristi e, cercando di calmarlo, gli ha portato acqua e ananas in scatola. Nelle prime ore del mattino, infine, la polizia, aiutata da un drone e dalla piantina della casa disegnata dal figlio della coppia, ha fatto irruzione attraverso il tetto uccidendo tutti i terroristi. "Non so proprio come ho fatto a sopravvivere” ha continuato a ripetere  ai soccorritori.

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