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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Hamas apre alla proposta di tregua con Israele a Gaza: cosa prevede il piano presentato dai mediatori

Hamas ha dato un primo assenso al piano di tregua per Gaza presentato dai mediatori del Qatar dopo le lunghe trattative con Israele, Stati Uniti ed Egitto. Cosa prevede la proposta di tregua tra cessate il fuoco e nuovo scambio di prigionieri.
A cura di Antonio Palma
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Dal Medio Oriente arrivano significativi spiragli di tregua per Gaza. Hamas infatti ha dato un primo assenso al piano di tregua presentato ieri dai mediatori del Qatar dopo le lunghe trattative con Israele condotte in Francia. “Ci sono speranze per buone notizie su una nuova pausa nei combattimenti nelle prossime due settimane" ha annunciato infatti il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar Majed al-Ansari, spiegando che la risposta iniziale del movimento palestinese è stata positiva.

Hamas: "Risponderemo molto presto alla proposta di tregua"

"Questa proposta è stata approvata da parte israeliana e ora abbiamo una prima conferma positiva da parte di Hamas", ha detto il portavoce. Un alto funzionario di Hamas ha confermato all'Associated Press che il movimento risponderà "molto presto" alla proposta di tregua che viene valutata proprio in queste ore ai massimi livelli, anche se al momento Hamas non ha presentato una risposta formale. Il funzionario ha detto all'Associated Press che un cessate il fuoco duraturo è la componente più importante per Hamas, e che tutto il resto può essere negoziato. Proprio su questo punto potrebbe esserci un contro proposta di Hamas per prolungare la tregua.

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Cosa prevede il piano di tregua per Gaza presentato ad Hamas

Ma cosa prevede il piano di tregua per Gaza presentato ad Hamas? Una fonte del movimento palestinese ha detto all'AFP che al gruppo palestinese è stato presentato un piano in tre fasi che inizierebbe con una sospensione iniziale dei combattimenti di sei settimane con contemporaneo aumento di consegne di camion di aiuti a Gaza. La proposta di tregua a Gaza includerebbe inoltre il rilascio di “donne, bambini e uomini malati sopra i 60 anni” tra gli ostaggi israeliani, in cambio di prigionieri palestinesi detenuti in Israele.

Si tratta dello stesso meccanismo usato durante la tregua di una settimana a novembre quando più di cento ostaggi israeliani sono stati rilasciati in cambio della liberazione di 240 prigionieri palestinesi. Il piano, redatto alcuni giorni fa da alti funzionari di Stati Uniti, Israele, Qatar ed Egitto, andrebbe avanti poi a fasi aggiuntive che porterebbero a ulteriori scambi di prigionieri e ulteriori negoziati sul ritiro delle forze israeliane da Gaza. La proposta di tregua inoltre permetterebbe ai residenti palestinesi sfollati di tornare gradualmente nelle loro case nel nord, ma non prevede esplicitamente un cessate il fuoco permanente. Israele infatti ha dichiarato che non accetterà di porre fine alla guerra come condizione per il rilascio degli ostaggi.

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Le richieste di Hamas: per accordo anche rilascio di Marwan Barghouti

Nell'ambito dell'accordo sugli ostaggi e sul cessate il fuoco a Gaza, Hamas ha chiesto che Israele rilasci migliaia di detenuti palestinesi, anche con condanne all'ergastolo, e tra questi Marwan Barghouti e Ahmad Saadat. Lo ha detto il portavoce di Hamas a Beirut, Osama Hamdan. Barghouti, possibile candidato presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp),  è in carcere dal 2002 come leader della Seconda Intifada, condannato a 5 ergastoli. Il secondo è il capo del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp) condannato a 30 anni per l'uccisione di un ministro di Israele.

A Gaza si  spara e si muore: 105 morti tra palestinesi durante la notte

Intanto a Gaza però si continua a combattere e a morire. Il ministero della Sanità di Hamas ha comunicato che 105 persone sono state uccise durante la notte in bombardamenti aerei e di artiglieria israeliani intorno a Khan Younis, la principale città del sud di Gaza e al centro dei recenti combattimenti. Israele intanto ha lanciato nuovamente volantini che invitavano i civili ad andarsene dal complesso ospedaliero di al-Shifa. Secondo l’Onu, l’assedio israeliano a Gaza ha provocato una grave carenza di cibo, acqua, carburante e medicinali, mentre i combattimenti armati hanno reso Gaza “inabitabile”.

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