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Haiti, sparatoria allʼambasciata Usa: “Trovate riparo”

L’allarme lanciato dal Dipartimento di Stato Usa su twitter. Colpi di arma da fuoco hanno raggiunto l’entrata posteriore del complesso nella capitale Port-au-Prince facendo scattare il blocco completo di tutte le attività. Alle persone è stato ordinato di mettersi al sicuro all’interno degli edifici.
A cura di Antonio Palma
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Allarme generale all'ambasciata statunitense di Haiti dove colpi di arma da fuoco hanno raggiunto l'entrata posteriore del complesso nella capitale Port-au-Prince, facendo scattare il blocco completo di tutte le attività in corso e le misure speciali previste in questi casi come l'ordine a tutto il personale di mettersi al riparo. A renderlo noto è stato il Dipartimento di Stato americano attraverso uno dei propri profili Twitter ufficiali dedicato ai propri cittadini in viaggio all'estero. "Colpi di arma da fuoco provenienti dall'ingresso posteriore dell'ambasciata. È stato ordinato a tutti i presenti nel compound di ripararsi sul posto. Se siete in viaggio verso l'Ambasciata, trovate una zona o un luogo sicuro per ripararvi" recita il tweet senza fornire altre indicazioni sulla natura e la gravità della minaccia.

Al momento non si sa se ci siano stati feriti o se l'allerta sia scattata solo a scopo precauzionale. Non si sa nemmeno se gli spari fossero diretti effettivamente verso l'ambasciata degli Stati uniti  che si trova a Tabarre, un sobborgo alle porte di Port Au Prince. Le violenze nel Paese caraibico infatti da tempo ormai sono all'ordine del giorno e nelle ultime settimane manifestazioni di piazza si sono susseguite interrottamente per denunciare la corruzione dei politici locali. I cittadini di Haiti, uno dei paesi più poveri del mondo, lamentano fame e condizioni di vita non più sopportabili. Le rivolte si sono scatenate nel febbraio scorso con episodi di violenza sempre più cruenti. Spesso però le piazze sono finite in mano a bande organizzate che terrorizzano la popolazione. Dalle rivolte infatti stanno emergendo delle vere e proprie gang che hanno già trasformato parti del paese in zone off limits.

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