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Ha vissuto i primi 3 anni di vita in ospedale, Francesco va a casa per la prima volta: “Un miracolo”

Francesco ha vissuto per i primi due anni e dieci mesi di vita in ospedale. Il 10 ottobre è stato dimesso e tornerà a casa per la prima volta insieme ai genitori. Il bambino soffre di una rara patologia che lo aveva costretto alle cure costanti dei medici.
A cura di Lorenzo Bonuomo
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Per più di mille giorni, i genitori hanno parlato di lui a fratelli e sorelle. E loro non lo avevano mai visto in casa. Francesco Bruno, ultimo di sette figli, ha trascorso infatti i primi due anni e dieci mesi di vita in una stanza di un ospedale pediatrico di Chicago.

Fin dalla nascita, una malattia lo ha costretto infatti a stare sotto la costante osservazione degli infermieri. Lo scorso 10 ottobre, il bambino ha finalmente ottenuto il via libera dai medici della struttura per tornare a casa insieme ai genitori. Per la prima volta.

"Mi hanno detto che quando sarebbe nato, sarebbe vissuto solo per 30 minuti – ha detto alla CBS la madre del bambino, Priscilla Bruno – è davvero un miracolo che sia con noi oggi". I genitori hanno parlato dall'ospedale pediatrico "La Rabida" di Chicago, dove il figlio è rimasto ricoverato dopo il parto.

Francesco soffre di una rara patologia genetica nota come "displasia scheletrica", un disturbo che colpisce circa un bambino su 5mila (tra quelli che sopravvivono dopo il parto) e causa lo sviluppo anormale delle ossa, delle articolazioni e della cartilagine.

Le aree più spesso colpite – come si legge sul portale del Children's Boston Hospital – includono gambe, braccia, cassa toracica, cranio e colonna vertebrale. Secondo la stessa fonte, molti bambini che soffrono di questa condizione presentano una statura inferiore alla media dopo la nascita e difficoltà respiratorie.

Nel caso specifico di Francesco, la malattia si è accanita soprattutto sulle costole del bambino, impedendo la corretta crescita dei polmoni. Di conseguenza, nei primi anni di vita il piccolo ha avuto bisogno di ventilatori e tubi per respirare e nutrirsi. Nel frattempo, i genitori Emanuele e Priscilla aspettavano e studiavano, sulla base delle indicazioni fornite dai medici, come prendersi cura di lui quando sarebbe tornato a casa.

Per fortuna, Francesco è "un combattente" e il giorno del rilascio è arrivato: "Il fatto che siamo qui in piedi, quasi tre anni dopo, a parlare di lui è già un miracolo secondo me" – ha detto Emanuele Bruno, il padre di Francesco, intervistato da alcune emittenti televisive statunitensi – siamo felicissimi, ma anche nervosi, tesi e un po' spaventati. Quello che proviamo è un misto di emozioni".

Francesco, che compirà tre anni a dicembre, è il secondo figlio avuto dalla coppia a soffrire di displasia scheletrica. Il primo era morto circa una settimana dopo la nascita.

Il piccolo ora si ricongiungerà con il resto della famiglia nell'Illinois, dove risiedono. "Non vediamo l'ora di averti qui", si legge in un messaggio scritto su un bigliettino affisso su una parete della loro abitazione. Nella sua "nuova" casa, il bimbo continuerà a lottare contro la sua malattia, circondato però dall'affetto dei suoi familiari.

La Rabida Children's Hospital (Google Maps)
La Rabida Children's Hospital (Google Maps)
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