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Ha costretto una 13enne a bere e poi ha abusato di lei per due ore in un parco: condannato

Una terribile violenza sessuale durata due ore su una 13enne. L’uomo di 35 anni che si è macchiato del crimine è stato condannato a 28 anni di carcere: aveva già precedenti di violenza sessuale. La bambina è stata soccorsa dagli amici dopo diverso tempo ed è stata poi portata in ospedale per le cure del caso.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Un uomo di 35 anni è stato condannato a 28 anni di carcere dopo aver violentato una ragazzina di 13 anni, costringendola a bere vodka per stordirla. Muhammad Alif AB Rahim, di Singapore, si è reso protagonista di uno stupro terribile durato due ore. Alif si era macchiato di altri sette reati dello stesso tipo. Secondo i documenti del tribunale, la ragazzina conosceva poco Alif, ma gli aveva già parlato prima. Per questo motivo, quando lo aveva incontrato al Kallang Riverside Park, aveva deciso di seguirlo e di fermarsi con lui a bere qualcosa. Lui aveva acquistato una bottiglia di cola, una vodka e due bicchieri di plastica. La ragazzina lo aveva seguito fino al molo di Kallang Riverside Park e lì Alif, approfittando della distrazione della 13enne mentre chiacchieravano, aveva riempito più bicchieri di vodka e cola, facendola bere mentre le raccontava dei suoi problemi con la fidanzata.

Quando la bambina era ormai visibilmente in stato di ebbrezza, Alif si è chinato a baciarla. Lei ha cercato di chiamare aiuto col cellulare, ma l'uomo è riuscito a strapparglielo via e l'ha poi violentata. Due ore intere di violenza su una bambina: un racconto che ha fatto inorridire anche gli agenti e i giudici del tribunale. Per due ore ha continuato a schiaffeggiarla, schiacciarla e aggredirla fisicamente. Lei ha cercato di lottare per tutto il tempo, ma la sua fragilità fisica non le ha reso possibile scappare. Le sue grida non sono state purtroppo udite da nessuno e quando Alif è andato via, lei era troppo debole anche per alzarsi. Ha avuto solo la forza di inviare alcuni messaggi vocali alla zia, alla madre di un'amica e all'amica chiedendo loro aiuto. Alif, prima di andare via, le ha intimato di non raccontare niente.

I soccorsi dopo lo stupro

A soccorrere la 13enne sono stati i suoi amici, che l'hanno sollevata e hanno cercato di fornirle le prime cure. I parenti della ragazzina hanno chiamato le forze dell'ordine, indicando il parco come il luogo in cui Alif aveva adescato la sua vittima. Due agenti lo hanno individuato e lo hanno inseguito fino a casa della sua fidanzata, dove lui si era barricato nel tentativo di sfuggire all'arresto. La bimba è stata portata in ospedale per riprendersi dalle ferite fisiche riportate.

Alif si era chiuso in un armadio quando la polizia lo ha raggiunto. Ha mentito su cosa fosse al parco, asserendo di essere lì con la fidanzata che invece non aveva mai incontrato. Subito dopo, ha detto che la giovane aveva chiesto un rapporto sessuale con lui per cercare di sfuggire al processo. Alif era stato imprigionato già per furto, rapina e violenza sessuale. Secondo il tribunale, Alif ha tentato di ostacolare le indagini e non avrebbe mostrato alcun rimorso.

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