Guterres (ONU): “Gaza trasformata in un campo di sterminio, le porte dell’orrore si sono riaperte”

Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha lanciato un drammatico allarme ieri, martedì 8 aprile, definendo la Striscia di Gaza un "campo di sterminio" dove i civili palestinesi, a causa delle condotte di Israele, si trovano intrappolati in un "ciclo infinito di morte", mentre gli aiuti umanitari sono stati completamente bloccati dallo stato ebraico e i bombardamenti sono ripresi con forza devastante. "Gli aiuti si sono prosciugati e le porte dell’orrore si sono riaperte", ha dichiarato Guterres, puntando il dito contro Tel Aviv, accusata di ignorare le sue responsabilità di potenza occupante e di impedire l’accesso a cibo, acqua e forniture mediche essenziali.
"La strada attuale è un vicolo cieco, intollerabile agli occhi del diritto internazionale e della storia", ha affermato Guterres, rinnovando l’appello: "Proteggete i civili. Facilitare l’ingresso degli aiuti. Liberate gli ostaggi. Rinnovate il cessate il fuoco".
Le parole del segretario generale delle Nazioni Unite fanno seguito a una dichiarazione congiunta di sei agenzie ONU – tra cui UNICEF, OCHA, OMS e UNRWA – che hanno parlato di un’emergenza umanitaria fuori controllo. "Gaza è di nuovo intrappolata, bombardata e affamata", si legge nel documento, che chiede ai leader mondiali di intervenire "con urgenza, fermezza e decisione".

A Gaza un sistema al collasso
La realtà sul campo appare disperata: tutti i panifici sostenuti dall’ONU sono chiusi, i mercati sono vuoti, gli ospedali hanno iniziato a razionare antidolorifici e antibiotici. Il sistema sanitario, già compromesso, è ora sull’orlo del collasso. "Le scorte mediche sono quasi esaurite, mentre le strutture sanitarie faticano a gestire l’afflusso di feriti", denuncia l’OMS. E mentre la carestia avanza, Israele continua a negare ogni responsabilità. "Non esiste una crisi umanitaria", ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Oren Marmorstein, sostenendo che "25.000 camion di aiuti sono entrati durante la tregua".
Tuttavia, secondo le agenzie ONU, la tregua di 60 giorni ha appena permesso di raggiungere ciò che era stato impedito nei 470 giorni precedenti di conflitto. "Le dichiarazioni israeliane non riflettono la realtà: le scorte alimentari stanno finendo, e milioni di persone sono alla fame".

Bambini tra le vittime dei bombardamenti e della fame
In questo quadro il bilancio delle vittime continua a salire: secondo il ministero della Sanità di Gaza oltre 50.800 palestinesi sono stati uccisi dal 7 ottobre 2023. Solo nelle ultime 24 ore, almeno 58 persone hanno perso la vita sotto i bombardamenti israeliani. Tra loro, cinque bambini, morti nella loro abitazione a Deir al-Balah. Molti sono anche i minori che stanno morendo di fame a causa dell'assedio israeliano.
E mentre il sangue dei civili continua a scorrere, anche la stampa paga un prezzo altissimo. Due giornalisti palestinesi sono morti in seguito a un attacco israeliano che ha colpito una tenda stampa a Khan Younis. Tel Aviv sostiene che l'obiettivo dell’attacco fosse un terzo cronista, accusato di legami con Hamas.
L'Indonesia pronta a dare rifugio temporaneo ai palestinesi di Gaza
Intanto l'Indonesia si è detta pronta a dare rifugio temporaneo ai palestinesi colpiti dalla guerra a Gaza: lo ha dichiarato il presidente Prabowo Subianto, stimando che nella prima ondata potrebbero esserci mille persone. Il presidente indonesiano, che in questi giorni si recherà in Medio Oriente e Turchia, ha dichiarato di aver dato istruzioni al suo ministro degli Esteri di discutere con la parte palestinese e le altre parti: "Siamo pronti a evacuare i feriti, i traumatizzati, gli orfani", ha detto. L'Indonesia è un Paese a maggioranza musulmana ed è il primo a dichiarare pubblicamente la disponibilità ad accogliere i palestinesi di Gaza.