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Guerra in Ucraina

Guerra Ucraina-Russia, Kiev porta a casa comandanti Azov e ammette: “Nostro attacco al ponte di Crimea”

Gli ultimi aggiornamenti sulla guerra in Ucraina e le notizie di domenica 9 luglio. Zelensky esulta per aver riportato a casa “gli eroi del battaglione Azov” mentre il ministero della difesa di Kiev ammette la paternità dell’attacco al ponte di Crimea dello scorso anno.
A cura di Antonio Palma
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“Abbiamo attaccato noi il ponte di Crimea nel 2022”, per la prima volta l’Ucraina ammette apertamente di essere responsabile dell’attacco al ponte di Kerch in Crimea, avvenuto lo scorso ottobre per interrompere i collegamenti con la Russia e le forniture militari di Mosca verso i territori occupati dell’Ucraina. L’ammissione quasi per caso dopo che per quasi un anno le autorità di Kiev non si sono mai espresse esplicitamente sull’attentato facendo solo intendere un coinvolgimento anche se Mosca lo aveva subito attribuito all’Ucraina.

Ponte di Crimea fatto saltare "per interrompere la logistica dei russi"

Nelle scorse ore è stato lo stesso ministro della Difesa ucraino a riconoscere la responsabilità dirette di Kiev nell'attacco al ponte di Crimea dell'8 ottobre 2022 inserendolo in una lista di azioni eclatanti compite dalle forze speciali e dall’esercito nel corso della guerra contro la Russia dopo l’invasione. Pubblicando un elenco delle azioni più importanti messe a segno dall'esercito, infatti, la vice ministro della Difesa Hanna Malyar ha inserito proprio l'attacco al ponte "per interrompere la logistica dei russi". Il ponte di Crimea fu fatto saltare in aria con esplosivo portato da un camion bomba.

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Zelensky esulta per aver riportato a casa “gli eroi del battaglione Azov"

Intanto Kiev esulta per aver riportato a casa “gli eroi del battaglione Azov". Un risultato diplomatico di primo piano per il Presidente Zelensky che è riuscito ad ottenere la restituzione dei comandanti del battaglione che difese Mariupol dopo un vertice in Turchia con Erdogan. Dopo il via libera di Ankara, infatti, Zelensky ha accolto nelle scorse ore i comandanti della difesa di Mariupol durante una cerimonia ufficiale nella città occidentale di Leopoli.

Si tratta di cinque ex comandanti della guarnigione di Mariupol che son ritornati in Ucraina da Istanbul sullo stesso aereo del presidente Volodymyr Zelenskiy. I comandanti, acclamati come eroi in Ucraina, hanno guidato la difesa del porto della città lo scorso anno durante i tre mesi di assedio della Russia, resistendo nei tunnel e nei bunker sotto l'acciaieria Azovstal, fino alla resa nel maggio dello scorso anno.

Mosca li aveva liberati a settembre in uno scambio di prigionieri mediato da Ankara in base al quale i comandanti sarebbero dovuti rimanere in Turchia fino alla fine della guerra. Per questo il loro ritorno è stato aspramente criticato dal Cremlino secondo il quale sia Kiev che Ankara hanno violato i termini dell'accordo. Il portavoce Peskov ha affermato che il rilascio è stato il risultato di forti pressioni da parte degli alleati Nato della Turchia in vista del vertice dell'alleanza militare della prossima settimana in cui l'Ucraina spera di ricevere un segnale positivo sulla sua futura adesione.

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