Guerra Ucraina, la mappa dell’assalto a Mariupol: gli aggiornamenti sull’offensiva russa
Le forze russe si sono completamente ritirate da Kiev e adesso puntano alla conquista del Donbass. Secondo il Ministero della Difesa britannico, i combattimenti dovrebbero intensificarsi ulteriormente nelle prossime settimane. L'esercito del Cremlino punta alle regioni orientali di Donetsk e Luhansk, filorusse già prima dell'invasione. Le immagini satellitari mostrano un accumulo di forze militari sul confine. Continua anche l'offensiva a Sud, con l'obiettivo di creare un corridoio terrestre con la Crimea, annessa alla Russia nel 2014. L'obiettivo di Mosca, secondo il Ministero della Difesa britannico, è quello di creare "due Ucraine", con una parte di stampo filorusso tra Donbass, Mariupol e Odessa. In particolare, Mariupol ostacola tale obiettivo. Accerchiata dalle forze russe dall'inizio di marzo, continua a resistere. Nella giornata odierna però, le truppe del Cremlino hanno affermato di avere il controllo della maggior parte della città.
La smentita di Kiev: Mariupol non è caduta
Questa mattina Mosca ha fatto sapere che 1.026 militari ucraini si sono arresi. Tra questi, 162 ufficiali e 47 soldatesse. Il portavoce del ministero della Difesa di Kiev ha smentito la presa della città, sostenendo invece che le unità della 36esima Brigata si siano unite al battaglione Azov. Mariupol non è ancora caduta, ma potrebbe essere vicina alla resa a causa del devastante assalto in atto da settimane. Le forze ucraine, inoltre, stanno finendo le munizioni. Secondo quanto rivelato dalla 36esima brigata tramite alcuni video caricati online, i soldati non vogliono cedere le loro posizioni, ma la città è bloccata e non arrivano più armi o cibo. Secondo la Royal United Services Institutes, i soldati ucraini hanno resistito più a lungo di quanto avrebbe previsto qualsiasi analisi esterna.
I combattimenti nell'acciaieria Azovstal
L'acciaieria Azovstal è l'ultima importante sacca di resistenza all'invasione. Qui combatte il battaglione Azov. Il controllo della fabbrica siderurgica è diventato un punto focale per la conquista della città portuale con feroci attacchi nei corridoi del complesso industriale usato dal battaglione di estrema destra. L'acciaieria è una delle basi operative chiave per i combattenti ucraini della città assediata. Finchè resiste, stringe i denti anche Mariupol, che è fondamentale per chiudere l'accesso all'Ucraina al Mar d'Azov. Eppure, il centro portuale dà segni di cedimento: secondo l'agenzia di stampa russa Tass, più di 1.000 marines oggi si sono arresi. I russi sostengono che il porto della città sia attualmente sotto il controllo del Cremlino. "Il porto di Mariupol è completamente liberato dai membri del battaglione Azov" ha riferito il rappresentante ufficiale del ministero della Difesa della Russia, il maggiore generale Igor Konashenkov. I resti delle truppe ucraine, secondo quanto da lui riferito, sono "bloccati e privati dell'opportunità di fuggire". Per smentire almeno in parte le notizie sulla caduta della città e la resa di molti dei soldati ucraini sul territorio, il comandante di Azov, Denys Redis Prokopenko e il comandante della 36esima brigata marina Serhiy Volyn hanno pubblicato una dichiarazione congiunta nella quale riferiscono di militari ucraini che si sono arresi ai russi e di altri che sono riusciti a raggiungere le truppe Azov all'acciaieria per creare un fronte unico di resistenza. Mariupol non è ancora caduta, continua a combattere, ma la situazione sembra peggiorare di ora in ora
Il ruolo del battaglione Azov e dei mercenari ceceni
Sono i mercenari ceceni i protagonisti degli assalti violenti, a volte persino dei combattimenti corpo a corpo nell'acciaieria Azovstal con il battaglione Azov. Mentre si rincorrono le notizie contrastanti su militari ucraini arresi ai russi, i combattimenti tra ceceni e gli uomini del battaglione Azov continuano. Il controllo della città, insomma, resta ancora in bilico: nonostante siano stati uniti all'esercito ucraino, i militari del battaglione di estrema destra seguono le loro logiche e reagiscono con estrema violenza agli attacchi devastanti dei soldati ceceni. Resta il dramma dei civili, che sono bloccati a Mariupol senza possibilità di allontanarsi mentre i bombardamenti distruggono quel che resta. Almeno il 90% delle strutture della città è stato raso al suolo dai missili russi.
Perché l'eventuale caduta di Mariupol è importante per Putin
L'eventuale caduta di Mariupol resta importante per Vladimir Putin. La sua resa permetterebbe di bloccare l'accesso al Mar d'Azov all'Ucraina. La città portuale aiuterebbe i russi a creare un collegamento tra l'Ucraina e la Crimea, annessa alla Russia nel 2014. Avere il controllo di Mariupol vorrebbe dire allungare le mani su oltre l'80% della costa ucraina del Mar Nero. La presa della città inoltre sarebbe il cappio al collo per l'economia locale: Mariupol è sede di importanti poli siderurgici e il suo è uno dei porti più importanti del Paese.